Marysol, uccisa dai narcos messicani

Maria Elisabetta Macias Castro, giornalista messicana decapitata dagli uomini dei cartelli della droga. Nel silenzio dei media. [Rita Mattei]

Marysol, uccisa dai narcos messicani
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26 Novembre 2011 - 17.33


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Morire per aver fatto il proprio mestiere, per aver informato i lettori sugli affari gestiti dagli uomini dei cartelli della droga, per aver invitato a denunciare, a uscire dal silenzio. Succede ancora in molti paesi del mondo. E” successo a Maria Elisabetta Macias Castro, giornalista messicana.

Gli agenti della polizia di Tamaulipas l’hanno trovata decapitata. Accanto al corpo straziato, un messaggio “questo è ciò che accade ai mezzi di comunicazione che sono contro di noi”. Un avvertimento a tutti gli altri giornalisti : le voci scomode vengono cancellate, spazzate via.

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Marysol, così la chiamavano, aveva 39 anni ed era caporedattrice di Primera Hora, un giornale di Nuevo Laredo, una città di confine nel nord est del Messico. una delle regioni più pericolose al mondo.

La chat del sito dove scriveva usando un nikname è utilizzata da molti abitanti della città, anche perché molti organi di in formazione – minacciati, intimiditi – evitano di dare notizie legate alle organizzazioni criminali. Una dimostrazione di come anche la stampa sia tenuta sotto scacco dai gruppi dei narcos è che la notizia della morte della giornalista non ha trovato quasi spazio sui giornali.

Non sappiamo se Marysol lascia una famiglia, dei figli, se qualcuno continuerà il suo lavoro su internet, un luogo fino a poco tempo fa ritenuto sicuro per denunciare il crimine. Sul sito nuevo laredoenvivo.es.tl c’erano anche i numeri della polizia federale e delle forze armate, utilizzati per segnalazioni e denunce anonime.

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L’omicidio di Maria Elisabetta Macias Castro segue di un paio di settimane quello di altre due giornaliste: Marcella Yarce e Rocio Gonzales Trapaga erano amiche, si erano viste per un caffè. Poi la scomparsa e il ritrovamento, il giorno dopo, dei cadaveri nudi nel parco Iztapalapa, in un quartiere di Città del Messico.

Secondo la fondazione messicana per la libertà di espressione, dal 2000 ad oggi, sono 83 i cronisti uccisi nel paese.

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