Maschilismo patinato (per sole donne) | Giulia
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Maschilismo patinato (per sole donne)

'C’era un tempo in cui la società era maschilista... Ma c''era o c''é? Una escursione nei periodici - e nei siti - dedicati al gentil sesso. [Carla Fronteddu]'

Maschilismo patinato (per sole donne)
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26 Novembre 2011 - 17.52


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C’era un tempo in cui la società era maschilista, in cui le donne erano identificate esclusivamente con il ruolo di moglie e di madre e ogni eccezione alla regola era guardata con sospetto.

La vita di un essere femminile non poteva che ruotare intorno a quella di un essere maschile e della prole; era in questa cornice che ogni donna doveva trovare la propria realizzazione, perché, manco a dirlo, la cura dell’altro, in quel tempo, era considerata un privilegio tutto femminile.

Ma poi, dopo teorizzazioni filosofiche, saggi, manifestazioni, coraggiosa militanza e fantomatici reggiseni bruciati, tutto ciò, finalmente, è finito.
Oggi non è più ammissibile che un uomo sostenga che il posto delle donne è a casa a girare il sugo, al punto che sentiamo il dovere morale di dare la caccia ai veli non meidinìtali.

Ai giorni nostri felici, vivaddio, siamo tutti invitati, maschi e femmine, ad autorealizzarci in ogni ambito e nessuno sembra più irrimediabilmente ingessato in un ruolo stabilito dall’alto.

A dispetto di tanta autodeterminazione, però, c’è ancora qualcuno che vuole farci credere che il compito di una donna è rendere felice l’esemplare di maschio che si trova accanto (auspicabilmente, questa volta, scelto da lei). Questo qualcuno, mio malgrado, non è un nostalgico dei vecchi tempi, o un seguace di spicciole teorie di determinismo biologico, che vede nell’utero la causa della debolezza del “gentil sesso”, ma gli autori delle riviste femminili che, nella maggior parte dei casi, sono proprio donne.

Da qualche mese faccio piccole escursioni in quel mondo patinato; tutto è iniziato un pomeriggio dal parrucchiere e da quel giorno è nata un’intensa frequentazione da cui fatico ad emanciparmi.

Al primo incontro è stato sgomento: perché anche wonderwoman si sarebbe sentita una formica rispetto ai modelli di donna che abitano quelle riviste. La donna che ci viene incontro tra l’indice e l’oroscopo è bella o, se proprio la natura non l’ha dotata, sa valorizzarsi per sembrare bella; è in forma, si prende cura della sua pelle, del suo giro vita, dell’altezza dei suoi glutei e della tonicità del suo interno coscia, sta attenta a quel che mangia; lavora, viaggia, e naturalmente ha un fidanzato che lavora, si mantiene in forma, è premuroso nei confronti delle proprie borse sotto gli occhi e delle zampe di gallina, e con cui fa del sesso “qualitativamente gratificante per entrambi”.
Fin qui nulla di inaspettato, sono andata al lavatesta sperando che nel mondo a nessuna donna venga mai in mente di mettersi a confronto con l’esemplare della rivista, che avevo appena posato.

Da quel giorno sono andata a cercare le tracce di quelle pagine anche su internet, ho raggiunto il sito giusto e mi si è spalancato un mondo. L’home page mi ha indirizzato alla rubrica How-to; una sorta di ricettario per qualsiasi obiettivo, dalla scelta del rossetto ai tutorial per l’uovo al tegamino, passando per i consigli in materia di relazioni sentimentali.
Proprio su quest’ultimi vale la pena spendere del tempo, perché è qui che ho stanato i promotori di antichi modelli di genere.

Cosa devono saper affrontare le donne di oggi secondo i nostri autori? Oltre a sfide inoffensive come quella di evitare la fiatella del mattino, ci sono una sfilza di consigli affinché lei sappia “mantenere lo scintillio durante la convivenza”, sappia accendere il desiderio sessuale, con l’imperativo categorico di rendersi attraente in ogni momento (inevitabile corollario), sappia come comportarsi se lui è lunatico, geloso, a tinta unita, a strisce, a pois, così che lo possa accontentare, sostenere, impomatare e cucinare. Lei deve, deve, deve fare una marea di cose e tutto questo al fine di conquistare prima, mantenere poi e soddisfare durante un uomo, che in tutto questo sembra avere l’unico onere di tornare a casa la sera.

Il tema più sconcertante, però, è quello del tradimento; accanto alla ricetta per “allenarsi alla fedeltà coniugale” e tenersi lontane dalla tentazione, c’è quella per affrontare un tradimento da parte del compagno. In sintesi: un uomo può anche inciampare in un errore nella vita di coppia, ma tu donna jamais!
Dopo aver fatto scorta di consigli perché il “mio uomo” sia sempre appagato, ed aver raggiunto un formidabile Know-how, non posso che notare che i ruoli da cui le donne pensavano di essersi emancipate, sono usciti dalla porta per rientrare dalla finestra, e continuano nell’impresa di organizzare la relazione tra sessi non più attraverso l’autorità dei costumi e della morale, ma strisciando amichevolmente tra le pagine delle riviste (e non solo).

Concludo dando voce ad un atroce dubbio: sebbene tentino di trasformarci in perfette ancelle per i nostri uomini, queste riviste (firmate da donne) spuntano come funghi e vendono… non sarà che, nonostante tutto, non ci siamo liberate fino in fondo di quel ruolo che ci è stato imposto dai tempi dei tempi?

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