Non ha altri argomenti il sindaco di Lecce Paolo Perrone (Pdl) per convincere le casalinghe, che fare ammiccamenti sessuali. Dopo aver sbancato alle prime primarie del centro destra d’Italia con quasi 18mila voti, rafforzando la componente dell’ex delfino di Berlusconi ed ex ministro Raffaele Fitto, ora, alla ricerca della riconferma perduta (dall’ultima classifica del Sole 24 ore sui sindaci più amati la sua popolarità risulta in calo, al 90° posto; Emiliano pre-cozze pelose al 7°) su Facebook si gioca la carta simpatia per convincere le donne.
Così sulla pagina ufficiale ha “postato” un vergognoso manifesto in cui, con lo sguardo che nell’intenzione trasuda ferormoni, elenca i punti del suo “programma”: alto, slanciato, tennista. Le donne per lui sono una categoria omologata a canoni che non ne prevedono l’espressione intellettuale se non all’interno di determinati stereotipi: alla casalinga interessa solo l’aspetto esteriore, come di un gallo si apprezza la cresta. L’occhiolino alle comuniste poi, è la ratifica finale della veridicità dello stereotipo proposto: come dire è inutile che fate quelle che… vi interessa la politica. Tanto, siete tutte donne e in quanto donne, a voi, interessa il contenitore. La cresta, insomma, di un gallo re del pollaio.
Non importa poi che le ultime generazioni di casalinghe leccesi siano laureate a pieni voti ma costrette a restare in casa perché non riuscivano a conciliare lavoro e famiglia, perché a Lecce mancano asili nido e scuole a tempo pieno, e le ludoteche costano più delle SPA; o che non ci sia una biblioteca comunale dove portare i bambini, né spazi verdi dove farli socializzare. Secondo Perrone le casalinghe sbavano come galline dietro alla ‘sua’ cresta. Che è lì a portata di mano, (“se vuoi conoscermi sono spesso in Comune”), si può anche toccare. E questa speranza basti per farle felici.