La rivolta del conduttore maschio | Giulia
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La rivolta del conduttore maschio

Troppe donne conduttrici? Klaus Davi intervista i "volti" (maschili) della tv. Che dicono quel che si sa: giornaliste scelte (o scartate) non solo per professionalità.

La rivolta del conduttore maschio
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20 Settembre 2012 - 21.09


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Se c”e” un settore
dominato dalle donne, e” quello della tv. E così i maschi
“si ribellano”: “Siamo discriminati”! Ospiti dell”ultima
puntata di KlausCondicio, il talk show condotto da Klaus Davi
in onda su YouTube, i tele-giornalisti uomini sono stati
sollecitati a commentare un dato che vede le donne essere
ormai il 70% tra i conduttori in tv. “Siamo diventati dei
panda della tv, dei panda da superare”, dice senza mezzi
termini il giornalista di TgCom24 Giuseppe Brindisi, che
aggiunge: “Ci sono tante conduttrici molto brave, ma la cosa
può dare fastidio quando si insegue la conduttrice donna
soltanto per seguire dei trend legati alla bellezza e ad
altre cose che poco hanno a che fare con la professione.
Bisognerebbe fondare una sorta di fondo mondiale per la
salvaguardia dei conduttori uomini; per quello mi sento un
pò un panda. Secondo me – continua – anche una bella
presenza maschile, una faccia che abbia autorevolezza e che
sappia porgere le notizie, ha in qualche modo lo stesso
valore, se non anche un valore aggiunto, rispetto a quello
femminile”.

Per il giornalista del Tg3 Maurizio Mannoni
“prediligere le donne è un diritto dell”azienda e dei
direttori, ma – aggiunge – è vero che noi uomini stiamo
diventando una minoranza. Non so dare una spiegazione logica,
razionale e scientifica del perche” questo avviene, però
evidentemente è anche un po” colpa nostra. Ma è anche colpa
dei direttori e colpa dell”azienda che lo permette e non
impone in video delle presenze professionalmente qualificate.
E” assurdo che in Rai non ci sia un minimo di scuola di
conduzione, cioé che uno vada in video a fare il conduttore
così, senza che nessuno che gli abbia mai insegnato niente”.
“Ci sono trasmissioni di intrattenimento, che hanno spesso
anche ambizioni di approfondimento, guidate al femminile con
minigonne inguinali e decolleté ombelicali: spettacoli
francamente discutibili. In quei casi il problema é sia di
chi le manda in onda, sia delle donne che si propongono in
quel modo. A volte sarebbe gradita una botta di
razionalita””.

Intervenuto a KlausCondicio, la trasmissione
di Klaus Davi, per commentare la
maggioranza di donne in tv, anche il giornalista del Tg2
Dario Laruffa aggiunge: “Forse dipende anche dal fatto che i
direttori sono quasi tutti uomini. Noi uomini – continua –
siamo anche un pò favoriti, perché a volte andiamo bene
anche se siamo bruttarelli, mentre in genere alle donne viene
richiesta una certa avvenenza. Detto ciò, non sarebbe male
se le donne ragionassero sul modello che propongono”. Per il
collega del Tg5 Tony Capuozzo la conduzione “si basa spesso
sull”accattivare i gusti del pubblico e spesso una donna e”
piu” accattivante di un uomo. Non è certo un complimento per
le donne, ma oggi la televisione è confezionata come una
vetrina, tutto gira attorno a una certa eleganza, un tocco di
classe, una certa indulgenza nei gusti. E” difficile che
conduca un conduttore male in arnese”.

Diverso il parere di
Luca Rigoni (TgCom24), secondo cui gli uomini “non subiscono
alcuna discriminazione. Anzi – spiega – c”è un certo
maschilismo nella scelta di alcuni volti, perche” i direttori
sono per lo piu” degli uomini e tendono a pensare che un
volto carino, pulito e con lo sguardo luminoso abbia piu”
successo di altri tipi di valori professionali. In generale
il dato non mi stupisce; credo sia fisiologico, giusto e
corretto perché sempre piu” donne hanno accesso e fanno
carriera nel giornalismo, in particolare in quello
televisivo. Sono bravissime e spesso anche molto più
determinate di noi maschi. E” giusto che sia così”.

Il dato
non stupisce neanche Attilio Romita (Tg1): “Nella televisione
italiana i decisori sono al 90% uomini e chi manda in video i
conduttori è convinto che le donne siano molto piu” gradite
al pubblico. E, dal momento che i produttori devono
conquistare il pubblico, l”elemento di attrazione che
esercita una conduttrice femmina va sfruttato”.

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