Usa al voto: la crociata antiabortista

Akin è stato arrestato per ben 8 volte per episodi di violenza in diverse cliniche mediche in cui si svolgevano interruzioni di gravidanza. Di [Luisa Betti]

Usa al voto: la crociata antiabortista
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5 Novembre 2012 - 00.33


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Tra pochi giorni gli Stati Uniti sceglieranno il loro presidente, e c’è chi trema al pensiero che possano vincere i repubblicani di Mitt Romney, soprattutto perché ad avere la peggio sarebbero sicuramente le donne.

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Giorni fa il candidato repubblicano del Missouri, Todd Akin, ormai diventato celebre per le sua affermazioni sul leggittimo stupro – per cui una donna non può rimanere incinta da uno stupro perché dovrebbe secernere un liquido che uccide gli spermatozoi in caso di violenza – ha avuto l’appoggio di un annuncio in cui una donna, che dice di aver abortito dopo essere stata violentata, si è dichiarata contraria all’aborto.

Kelly, che dice di essere una studentessa, ha dichiarato di votare per Akin, che si oppone all’aborto anche in caso di stupro, affermando: “Sono una donna che ha avuto un aborto. Sono stata violentata in passato”, e pur non specificando se ha interrotto la gravidanza causata dalla violenza, ha dichiarato: “La ragione per cui voto per Todd e che sono davvero orgogliosa di lui perché difende i mai nati”. Un’affermazione sicuramente non priva di fondamento se si va al leggere la vera notizia su Todd Akin e cioè che il sostenitore della tesi del legittimo stupro – già portata avanti nel ‘88 dal senatore della Pennsylvania, Stephen Freind, che asseriva che le donne raramente rimangono incinta da uno stupro – si chiama in realtà anche William e che ha cambiato nome col suo secondo nome, Todd appunto, quando ha inziato la sua carriera politica perché ha precedenti penali dovuti proprio a questa strenua difesa dei mai nati.

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Akin, che aveva detto in maniera orgogliosa di essere stato comunque arrestato una volta per la sua campagna contro l’aborto quando era giovane per aver partecipato a manifestazioni pacifiche, in realtà non solo è stato arrestato per ben 8 volte ma lo è stato in contesti aggressivi e certo non pacifici, dato che si parla di violazione di domicilio e anche di resistenza a pubblico uffciale, per fatti avvenuti in diverse cliniche mediche in cui si svolgevano interruzioni di gravidanza. Secondo The Huffington Post, ci sarebbero 4 arresti avvenuti negli anni ’80, a cui si aggiungerebbero altri 4 per un totale di 8 arresti, tutti connessi alla sua crociata antiabortista durante la quale lui e altri attivisti conservatori sarebbero stati arrestati per violazione di domicilio e/o resistenza a publico ufficiale presso cliniche in cui si praticava l’interruzione di gravidanza. In base agli archivi pubblicati da Post Dispatch, il 15 marzo 1985: “Diciannove manifestanti anti-abortisti che si rifiutavano di lasciare la sala d’attesa di una clinica per aborti nella Central West End, sono stati prelevati da agenti di polizia”, e tra questi anche William-Todd.

Gli arresti sarebbero stati, oltre il 15 marzo 1985, anche il 30 marzo 1985, il 7 Aprile 1985 e l’9 maggio 1987, e in una di quelle occasioni, secondo Post Dispatch, la polizia avrebbe dovuto portare fisicamente Akin in un ascensore perché si rifiutava di lasciare i locali.

Il 5 aprile 1985, Akin è stato arrestato perché insieme a 10 manifestanti stava “cercando di bloccare le entrate” presso la Clinica di Granite City, e una dipendente della clinica ha riportato anche che i manifestanti hanno causato danni di lieve entità ma soprattutto coperto di “insulti verbali” le donne che entravano nella clinica.

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Gli altri arresti resi noti sarebbero invece avvenuti a St. Louis County, nel Missouri: il 26 ottobre 1985, Akin sarebbe stato arrestato per violazione di domicilio e resistenza a pubblico ufficiale; poi il 19 aprile 1985, per violazione di domicilio; il 27 dicembre 1986, per disturbo della quiete pubblica e violazione di domicilio; il 28 febbraio 1987, di nuovo per violazione di domicilio. Le date e le registrazioni arresto sono state fornite a The Huffington Post anche da Josh Glasstetter. E quando il giornale ha contattato il consigliere di Akin, Rick Tyler, la risposta è stata: “No comment”.

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