Il marketing dell''oroscopo (al femminile)

A fine anno, i quotidiani fanno a gara nel fornire "servizi" astrologici. Dedicati alle donne. Ma in spregio alla Scienza e all''Informazione [di Cecilia M. Calamani]

Il marketing dell''oroscopo (al femminile)
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4 Gennaio 2013 - 18.05


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Amore, lavoro, soldi, salute. Questo ciò che gli italiani cercano nelle previsioni astrologiche che culminano negli oroscopi per l”anno nuovo. La stampa specializzata ma anche i maggiori quotidiani nazionali non lesinano sugli astri e la loro capacità di determinare il nostro destino. Una contraffazione scientifica che contravvenendo ai principi ispiratori dell”informazione (correttezza, fondatezza, coerenza) affianca fatti a superstizione come se fossero due aspetti complementari della realtà. A nulla sono valse le proteste negli anni passati dell”Uai (Unione degli astrofili italiani) che ha tentato di limitare la divulgazione dell”astrologia e in generale delle pseudoscienze sulla stampa: gli italiani vogliono l”oroscopo e i media li accontentano, seguendo i principi del marketing più che quelli della deontologia dell”informazione.

Ma negli anni, e grazie all”avvento di Internet, gli spacciatori di destini certi si sono trasferiti dalla carta stampata al web che fornisce molto più spazio a un costo irrisorio. Se prima l”oroscopo occupava un riquadro nelle ultime pagine dei giornali accanto al meteo e ai programmi tv, oggi alcuni quotidiani hanno sviluppato veri e propri siti web in cui, oltre alle “previsioni” per il giorno, si possono interrogare gli astri su ogni aspetto della nostra vita. Incluso l”incrocio con il segno della nostra metà per vedere se c”è intesa o no e, nel caso, su cosa bisogna “lavorare” per andare d”accordo.

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Repubblica e il Corriere della Sera, quotidiani seri e accreditati, non fanno eccezione. Visitare i loro siti astrali, rispettivamente oroscopo.d.repubblica.it e iodonna.it/oroscopo può portare qualche delusione ai loro lettori, almeno a quelli immuni al virus della superstizione. Primo, perché già dalla connotazione è evidente che l”oroscopo è destinato esclusivamente a un pubblico femminile: D donna e Io donna sono rispettivamente i settimanali rosa dei due quotidiani. Il che significa, visto che nulla è un caso nel mondo dell”informazione, che se l”astrologia ha ancora successo è perché le donne ne alimentano la richiesta. Vero o no, incoraggiare lo stereotipo che addebita al genere femminile superficialità, credulità e allergia alla razionalità può essere solo dannoso.

Secondo, perché non ci si ferma più alle previsioni per il giorno, la settimana, il mese o l”anno. E neanche all”incrocio dei segni zodiacali per scoprire le compatibilità sentimentali. La disponibilità di spazio che offre il web ha consentito ai fini divulgatori del pensiero stellare di andare oltre. E così apprendiamo da Repubblica tutti i segreti del nostro giorno di nascita che ci ha forgiato, modellato, scolpito così come siamo ora. E non certo solo per le stelle: l”oroscopo personalizzato ci dice che se siamo nati di lunedì dobbiamo scontare i capricci della Luna e quindi siamo «malinconici, introversi, cauti», se di martedì l”influsso di Marte, dio della guerra, ci ha reso «avventurosi, caparbi, combattivi e intraprendenti», se di mercoledì Mercurio, il messaggero degli dei, ci ha conferito «una mente pronta e vivace, uno spirito energico e brillante, un grande carisma». E qui ci fermiamo per rispetto verso i lettori di Cronache Laiche, che potranno verificare da soli sul web gli altri giorni della settimana e l”influsso di pianeti e relativi dèi sul loro natale.

Per sapere invece quali sono i segni favoriti del 2013 rimandiamo al Corriere, che nel suo blog La ventisettesima ora, naturalmente in primo piano in questi giorni sul sito del quotidiano, ospita Roberto Donzelli, «firma di spicco» del mensile Astra.

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Ma se tutto ciò esiste e prolifera, se quotidiani di specchiata fama nazionale affiancano a cronaca, politica, economia, esteri, cultura (e anche scienza!) una mole spaventosa di servizi online di tipo astrologico, significa che l”oroscopo è la cartina tornasole della doppia faccia dell”italiano medio. Quello del “non ci credo ma funziona”.

No, non funziona. E se qualche volta capita che una previsione astrale colga nel segno è solo per la somma di vari fattori: la probabilità – tutt”altro che bassa – di prevedere cosa succederà in campi generici (amore, lavoro, ecc.) procedendo per macroaffermazioni, l”uso di un linguaggio che sapientemente lascia aperte varie possibilità e infine la capacità (o il bisogno) dell”essere umano di interpretare a proprio uso e consumo, plasmandole sulla propria vita, previsioni deliberatamente ambigue. E d”altronde, come potrebbe davvero funzionare? Le 12 costellazioni rilevanti per gli astrologi contano in tutto qualche decina di stelle tra le migliaia di miliardi di cui si stima l”esistenza. Ne dovremmo dedurre che solo una percentuale infinitesimale di queste sia in grado di influenzare le nostre vite e non si capisce in base a quale principio, visto che gli astri di un segno zodiacale distano tra loro (e anche da noi) un numero variabile di anni luce anche se ci appaiono perfettamente allineati in cielo. Inoltre, i “segni” che gli antichi hanno letto sulla volta stellare – corrispondenti ai simboli delle stagioni e della vita rurale – sono arbitrari e non solo perché raggruppano stelle molto distanti tra loro. Dato lo stesso numero di oggetti celesti, che i nostri occhi percepiscono appartenere a un unico piano, si potrebbero creare varie altre figure semplicemente tracciando linee diverse per congiungerli.

La precessione degli equinozi, per finire, ha provocato nei secoli un ritardo di ingresso del Sole nelle costellazioni dello Zodiaco, e ciò, alla data attuale, fa slittare il calcolo del segno zodiacale di circa un mese. Vale a dire che oggi un bambino Ariete nasce in realtà sotto il segno dei Pesci. E che dire del momento del parto, che avrebbe un peso determinante per la definizione delle caratteristiche di un individuo? A dar retta agli oroscopi, un parto prematuro che si verificasse in altro segno rispetto al previsto conferirebbe al bambino carattere e capacità diversi da quelli che avrebbe se fosse nato a termine, con buona pace della genetica e dei nove mesi di gestazione.

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Le rilevanze scientifiche dell”inattendibilità delle previsioni astrologiche sono molteplici, fermo restando che l”onere della prova non spetta mai a chi nega un”affermazione ma a chi la fa. E se da una parte nessun astrologo (per inciso, l”Italia ne conta circa 150mila) sarebbe in grado di dimostrare la veridicità delle sue teorie, dall”altra un”informazione ambigua e a doppia faccia si guarda bene dallo spiegare ai cittadini l”infondatezza delle loro credenze. Il business la fa da padrone, per la gioia dei tanti ciarlatani che fondano – loro sì – il proprio successo sulle stelle.

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