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Le 50 associazioni, reti e gruppi di donne che hanno siglato l” “Accordo per la democrazia paritaria” chiedono l’applicazione della nuova legge (n.215 del 2012), entrata in vigore il 26 dicembre scorso, che prevede e prescrive che “i mezzi di informazione, nell’ambito delle trasmissioni per la comunicazione politica, sono tenuti al rispetto dei principi di cui all’articolo 51, primo comma, della Costituzione, per la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini”.
Confrontare alla pari i leader e i programmi delle differenti forze politiche è fondamentale, ma lo è altrettanto conoscere i volti, le parole, il pensiero delle donne che insieme agli uomini dovranno rappresentarci nel Parlamento, nelle Regioni e nelle assemblee elettive che saranno rinnovate.
La Commissione Parlamentare di vigilanza Rai, accogliendo anche le sollecitazioni dell’Accordo, ha tenuto conto di questa importante novità, e nel regolamento per il servizio pubblico entrato in vigore il 6 gennaio, prevede all’articolo 4 che “sia assicurata parità di condizioni nell’esposizione di opinioni e posizioni politiche e un’equilibrata rappresentanza di genere tra le presenze”.
Al contrario, l’AGCOM sembra invece ignorare la nuova norma. La delibera n.666 del 28 dicembre 2012 con le disposizioni di attuazione della legge sulla par condicio (approvata due giorni dopo l’entrata in vigore della nuova legge), ed anche la successiva n.13 del 13 gennaio, che riguarda le elezioni regionali, non ne tengono, infatti, conto, al punto da non citare neppure le modifiche normative intervenute. Dimenticanze che l’AGCOM deve colmare immediatamente.
Sappiamo bene che non basta una legge per rimuovere consolidate abitudini del mondo politico e dei media e ottenere una maggiore sensibilità ai temi della democrazia paritaria. Perciò l’Accordo continuerà a impegnarsi per chiedere alle forze politiche, ma soprattutto alle istituzioni competenti, a partire dalla Commissione di vigilanza RAI e dall’AGCOM, l’attuazione e il pieno rispetto delle nuove regole anche nelle reti private e, in caso di violazioni, l”applicazione delle sanzioni previste. Va garantita la presenza e la conoscenza delle donne e degli uomini che chiedono il nostro voto.
Qui in allegato la lettera inviata all”AgCom
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