“Voi sapete quanto io non sia una femminista…”
Iniziava così un commento trovato per caso su fèisbuk, in difesa di Reeva Steenkamp, sotto ad un post relativo al suo omicidio per mano di Oscar Pistorius. È stato scritto da una donna in difesa di un’altra donna, ma che per questa sua difesa non voleva assolutamente che fosse tacciata di femminismo. Oddio.
Ma andiamo con calma.
Non possiamo – e ovviamente non sappiamo – giudicare ciò che è successo laggiù, in Sudafrica. Non si possono fare nella maniera più assoluta processi o emettere giudizi.
Io, a sentirla questa storia di Pistorius, sono solo rimasta attonita. Mi sono imposta di non cadere preda di stereotipi, di falsi vittimismi (oltre alla sua disabilità, Pistorius sarebbe rimasto orfano di madre da ragazzino), di rapide condanne: un uomo ricco e famoso, così sfortunato, tuttavia così tenace, che si fa prendere la mano da una sorta di delirio di onnipotenza (anche questo letto sui giornali, eh!).
Tutti a cercare in Pistorius il confine tra un Jekyll ed un Hyde. E sì, effettivamente – data la fama dell’atleta – la tragedia di Reeva è diventata secondaria.
In un mondo in cui il successo è tutto, un uomo che perde tutta la sua gloria atletica e di rivincita contro il destino e conquista i titoli di cronaca nera sembra da condannare: ma che gli è saltato in mente? Aveva tutto ed ha perso tutto. Si tenta di capirci qualcosa andando un po’ a tentoni, sull’onda dell’emotività, e se non si può capire (non si può, non si può, ve lo garantisco), diventa facile condannare: Pistorius per eccesso di troppe cose; Reeva perché (forse) aveva tradito; il ‘sistema’ (qualunque sistema) perchè stritola chi è debole. E poi, chi è la persona debole in questa storia?
Intanto, è stata ammazzata un’altra donna. Per gelosia? Forse. Per ‘eccesso di testosterone’, come ho letto su alcuni giornali americani? Chissà. Per un piccolo interruttore che si è attivato in qualche modo nella mente del corridore? Può essere. C’entrano gli anabolizzanti? Si vedrà.
Può essere tutto ed il suo contrario. In questa storia in cui si mescolano inscindibilmente fama, spettacolo, sangue e soldi non è facile capirci subito. O capirci definitivamente.
Per cavilli e omissioni, O.J. Simpson è un uomo libero e ufficialmente innocente per mancanza di prove. Potrebbe succedere anche a Pistorius. I genitori di Reeva hanno già anticipato un epilogo simile dichiarando che il problema è di Pistorius e della sua coscienza.
In Sudafrica è facile reperire armi, come in America, e il rapporto con le armi è come quello che hanno le migliaia di Statunitensi con le loro armi d’assalto.
Se non fosse stato Pistorius l’uomo armato che ha attivato il grilletto, nessuno se ne sarebbe accorto, di un ennesimo omicidio, vuoi per legittima difesa, vuoi per gelosia, vuoi per bio-chimica impazzita. Si ammazzano donne dappertutto. Mica solo in Sudafrica. In India c’è una vera e propria mattanza. Iacona ci ha raccontato delle tragedie italiane proprio domenica sera, con il suo Strage di Donne.
L’eccessività, in questa triste storia, si nota anche in quella riproduzione del mondo che è un social network.
Gente che magari non si da pena per i femminicidi italiani, trova doveroso far sentire la sua voce in difesa di Reeva.
Nessun problema. Anche a fare di Reeva un simbolo, ci starei. Della serie “anche i famosi sbagliano/muoiono/vengono uccisi/soffrono”. Se si può ricordare Reeva e con lei tutte le donne ammazzate in Italia e nel mondo, nulla quaestio.
Ma che s’intoni un lamento per Reeva da parte di una donna giovane (così mi è sembrata sul profilo), iniziando con un “Voi sapete quanto io non sia femminista…” non lo posso accettare.
Che significa? Di cosa hai paura, gentile commentatrice? Che difendere Reeva sia da ritenere atto femminista di cui scusarsi preventivamente? Che il difendere una donna ammazzata ti porti ad assomigliare ad una segaligna e baffuta Sessantottina senza reggiseno? Perderesti la tua intelligenza, il tuo appeal, la tua giovinezza, la tua femminilità se tu fossi o ti dichiarassi femminista? Fa vecchio? Fa paura? Oppure non ti sei mai posta il problema della parità perché ti è andata sempre bene così e poi è successo che hanno ammazzato Reeva, che era una bella&famosa ed il suo presunto assassino è uno famosissimo e dalle stelle alle stalle, questi ricchi si credono padreterni e via discorrendo? E quando hanno ammazzato tutte le altre, anonime, per mano di disgraziati ancora più anonimi? Se al posto di femminismo dicessimo ‘Girl Power’, ti sentiresti più serena? Fa più intellettuale?
Voi sapete quanto io, invece, sia una femminista. Non si può dire? Fa sconcio? Se dico Powered Girl creo meno casini?