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E” giunta in Italia la fotografa palestinese Ahlam Shibli. Da Parigi a Modena per gli ultimi giorni di esposizione della mostra Three true stories , dove assieme ai suoi scatti ci sono quelli di Zanele Muholi e di Mitra Tabrizian: diverse per provenienze, stili e tematiche esplorate, le artiste in mostra sono accomunate da una solida convinzione che è quella dell”immagine video-fotografica vista come è straordinario strumento per conoscere e trasformare il mondo.
Ahlam Shibli con la sua mostra «Foyer fantôme» al Jeu de Paume di Parigi aveva fatto molto “rumore”. Il Consiglio che rappresenta le comunità ebraiche in Francia l”aveva accusata di fare «apologia del terrorismo» e protestato con la ministra della cultura, Aurélie Filippetti. Altre associazioni più radicali avevano fatto circolare petizioni per la sua chiusura e manifestato contro la mostra. La serie contestata è quella intitolata «Death», che riprende la vita dei palestinesi dei territori occupati militarmente da Israele.
Il diritto alla casa è il tema portante nell”arte di Ahlam Shibli, fotografa palestinese che vive e lavora ad Haifa. «Ho iniziato a lavorare nel 1999 sulla mia idea della questione abitativa e le conseguenze di questa sistematica negazione», ha dichiarato Shibli durante un incontro a Modena. “È del 2005 il progetto Trackers in cui ha ritratto alcuni palestinesi entrati come volontari nell”esercito israeliano incoraggiati dalla promessa di potere un giorno avere una casa. Un paradosso se si pensa che per realizzare questo sogno «distruggono la loro patria e combattono contro la loro gente. Un prezzo alto da pagare per inseguire un diritto”, ha affermato l”artista.
Il taglio documentaristico della fotografa è evidente proprio nella serie Death (2011/12) contestata dalle organizzazioni pro-Israele in Francia: sessantotto scatti a colori realizzati nei campi profughi della Cisgiordania, in cui Shibli affronta il tema della morte ritraendo sia i martiri per la resistenza che i caduti sotto gli attacchi israeliani. L”accento è puntato sull”assenza, di padri, mariti, figli, fratelli, allo stesso tempo presenti nelle raffigurazioni che invadono sia lo spazio privato che la sfera pubblica. È sotto questi grandi ritratti commemorativi che si svolge, influenzandola, la vita di tutti i giorni.
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