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Più una foto è bella, meno la si può descrivere a parole. E di foto intense e profonde la mostra “Chiamala violenza, non amore”, che s”inaugura oggi, martedì 12 novembre all”Umanitaria, ne è piena. Le hanno inviate da Bolzano, da Roma, da Lucca, da Bari, insomma da tutt”Italia. Fotografi professionisti e non, ma anche liceali incredibilmente maturi.
Chi premiare s”è rivelata una scelta complessa per la giuria, ossia per il coordinamento di GiuliaLombardia, che s”è trovata a dover giudicare tante immagini e quasi tutte di ottima qualità. La camicia da notte fiorita di rosso sul cuore, la collana spezzata sul lucido parquet, i petali d”un fiore impietosamente cuciti, la teoria di cancelli socchiusi. Simboli di grande potenza espressiva. Ovvero rappresentazioni più dirette e amaramente ironiche, come l”ambivalenza de l”Uomo perfetto, o Freedom con le sbarre di chiodi oppure, ne la Preda, la violenza del luogo comune sull””uomo cacciatore”. Di grande gusto e straordinariamente coinvolgente anche il video grafico sulla trasformazione della tenerezza in violenza.
Nel bando la richiesta era di uscire dai soliti schemi di racconto. Di cambiare direzione al teleobiettivo. Di ribaltare il pensiero che sinora aveva guidato lo scatto del fotografo: non più lei, la vittima, ma lui e le sue responsabilità. Compito mica facile, ma esaudito. Fra le 125 foto ed i 7 video visionati praticamente tutti avevano centrato il mandato di costruire un”immagine fuori dagli stereotipi.
Oggi, dalle 17,30 in poi le targhe ai vincitori verranno consegnate nel Chiostro dei Glicini dell”Umanitaria, presenti la delegata del sindaco, Francesca Zajczyk, e la presidente della Cpo del Comune di Milano, Anita Sonego – a nome di Palazzo Marino, che alla mostra ha concesso il patrocinio – nonchè Maria Costa, responsabile del Centro Donna della Camera del Lavoro.
Stanno arrivando da tutta Italia, non soltanto i premiati, ma anche molti fra i fotografi selezionati: per conoscersi fra di loro, per vedere la propria opera ambientata fra tutte le altre immagini in mostra, per ascoltare l”attrice Consuelo Ciatti recitare i due intensi monologhi tratti dal “Sangue nostro”, il suo spettacolo sulla violenza andato in scena a settembre a Firenze.
Non cӏ stato soltanto un primo premio, ma diversi a seconda delle categorie, fra cui un pari merito.
Premio ex equo per due professioniste, entrambe 37enni: Karen Di Paola di Roma che in “Freedom” raffigura una donna che sta per liberarsi dalla prigionia d”una soggezione psicologica e Ylenia Carnevali di Lucca che ironizza sull’ambiguità dell”“uomo perfetto” oscillante tra tenerezza e brutalità.
Il video prescelto, del romano Paolo Samarelli, è un breve, provocatorio disegno animato che dimostra come troppo facilmente un amoroso cuore possa trasformarsi in una mano aperta pronta a colpire. Di Samarelli si è voluta segnalare anche la particolarità tecnica del tratto. Tra i non professionisti, è stato premiato Marco Castelli, 21enne studente di Firenze, autore di una inquietante serie di “donne nel mirino” (“Shooting”), mentre Armando Casalino di Trieste ha vinto per il suo coinvolgente progetto che indaga forme di violenza di altre culture, come l’infibulazione, il breast ironing o l’obbligatorietà del burqa. Temi “duri” che Casalino è riuscito a rendere in forma immediata ma simbolica con uno stile ed una grazia rari, nonostante abbia avuto soltanto 24 ore per pensarli, scattare e inviare prima che scadesse il bando.
Rossella Leone è la più giovane, una studentessa della provincia di Bari: ha ricevuto la targa per la categoria Under 18 anni per il delicato ritratto “Le donne non si toccano nemmeno con un fiore”. Rossella, che nonostante i suoi 17 anni ha già partecipato a concorsi di pittura e di fotografia, ha ricevuto la telefonata che l”informava della vittoria mentre si trovava a scuola. E la sua reazione è stata: “Oddio! Professoressa, ho vinto un premio! Posso uscire un attimo dalla classe a parlarne?”.
La mostra proseguirà sino a sabato 16 novembre all”Umanitaria, in via San Barnaba 48. Successivamente i pannelli verranno dapprima ospitati per una settimana dalla Camera del Lavoro – in corso di Porta Vittoria 43 – che ne farà il proprio manifesto per il 25 novembre, data internazionale contro la violenza sulle donne. Successivamente la mostra andrà in “trasferta” in altre città, che già l”hanno richiesta, da Trieste a Torino, da Merano a Lucca e forse a Roma, secondo un calendario ancora in costruzione.
MOSTRA “Chiamala violenza, non amore”, Milano, Società Umanitaria, Chiostro dei Glicini, via San Barnaba 48. Fino a sabato 16 novembre. Contatti:sguardodigiulia@gmail.com giulia.lombardia@yahoo.it
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