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Le foto parlano e certe volte gridano. La fotografia scelta dalla direttrice Antonella Antonelli per l”immagine di copertina dell”ultimo numero di Marie Claire propone una modella che è (o appare: non cambia molto) anoressica e con uno sguardo perso nel vuoto.
Sui social è subito scattata la polemica, Michela Murgia ha lanciato un tweet di disgusto, il blog moda del Corriere della Sera ne ha fatto la cronaca. Che Marthe Wiggers, così si chiama la 17enne modella australiana, sia davvero una “normale taglia 38” non ci crede nessuno. Ma il punto è un altro: gli articoli – cioè le parole – e le foto – cioè le immagini – sono fatti per raccontare la realtà direttamente (cronaca, inchiesta, reportage) o indirettamente (commenti, metafore, modelli).
Se ben fatti un “pezzo” ovvero una foto riescono ad essere entrambe le cose. Come la foto del bimbo siriano arenato sulla spiaggia. Come anche una buona foto di moda; qual è oggettivamente questa del numero di novembre di Marie Claire dove la cronaca dell”abbigliamento “giusto” per l”autunno si accompagna all”indicazione della “giusta” fisicità: emaciata. Nè valgono le obiezioni del tipo “le modelle in passerella debbono essere alte e magre così i vestiti cadono bene…” perchè qui non siamo in passerella. Qui siamo su un giornale, dove le scelte dei temi e le loro ricadute anche simboliche hanno significati differenti. Certo, uno può scegliere di voler dire proprio “emaciata è bello”, ma se ne prende anche la responsabilità. Come i giornali pop-trash che sbattono la foto intima rubata alla starlette in copertina, ma non sostengono certo di puntare alla critica di costume…
Fin qui la riflessione meramente giornalistica. Per la riflessione clinica sui danni alla salute di certi modelli estetici, che pure ci dovrebbe riguardare, basta farsi un giro su www.bulimianoressia.it.
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