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Le giuste parole per ricordare non solo la ragazza, ma la giovane studiosa

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Redazione Modifica articolo

16 Novembre 2015 - 13.51


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Valeria Solesin era il frutto di un humus culturale alto e solidale, come si poteva desumere ascoltando le profonde e civilissime parole dei suoi genitori e come risulta dalle sue scelte di vita, di volontariato e di studio.

Sociologa, ha scelto di specializzarsi alla Sorbona in ricerca di genere e più esattamente di studiare la conciliazione ossia il rapporto fra donne e lavoro, reso meno arduo in Francia da sostegni alla famiglia e più arduo in Italia da un diffuso anche se spesso inconsapevole pregiudizio. Come giornaliste non possiamo non sottolineare le parole utilizzate soprattutto nei tg per definirla: “la ragazza”. Accanto al “giovanissimo avvocato”, al “giovane critico musicale” non si è trovato evidentemente lo spazio per dire “la giovane studiosa”, “la dottoranda”, l””esperta di welfare di genere”.

Per conoscerla meglio consigliamo la lettura di un suo articolo, non recentissimo, ma sempre molto interessante:
[url””]http://www.neodemos.info/allez-les-filles-au-travail-2/#more-5115[/url]

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