«Come si fa a restare indifferenti di fronte alla morte atroce di Sara Di Pietrantonio, bruciata viva a Roma dall’ex che non accettava di essere stato lasciato? Una vita di sogni e speranze spezzata a 22 anni. Femminicidio numero 55 dall’inizio dell’anno. La morte di Sara, come quella delle altre che in questi mesi l’hanno preceduta, per il solo fatto di essere donne e avere condiviso relazioni affettive con uomini ossessionati dal bisogno di dominio, possesso e controllo, chiede a tutti noi, giornaliste e giornalisti, un’assunzione di responsabilità». Lo afferma, in una nota, la Commissione pari opportunità della Fnsi.
«Chi titola, come fa Libero, “Per gradire nella capitale arrostiscono una ragazza di 22 anni” meriterebbe – prosegue la Cpo Fnsi – una dura presa di posizione dell’Ordine nazionale. Per la stragrande parte dell’informazione, attenta a un uso corretto del linguaggio, la riflessione da fare è di non abbassare mai la guardia. Non basta parlare di femminicidio quando la cronaca si impone con la morte delle vittime. Sono vittime tante e tante donne e ragazze che ogni giorno subiscono violenze, intrappolate in relazioni da incubo, quasi sempre nella solitudine, rischiando di essere ammazzate dal partner».
Secondo la Commissione pari opportunità del sindacato dei giornalisti, «l’informazione ha un ruolo cruciale nella prevenzione del femminicidio, ce lo assegna la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne. L’informazione può e deve fare prevenzione, lasciando accesi i riflettori su questa inaccettabile realtà. Sempre».