Comincia ad abituarti da subito, piccolina… L’aggettivo “controproducente” dice qualcosa ai geni dell’advertising che hanno pensato lo spot made in Rai? Quelli che vorrebbero contribuire alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne ma ottengono l’effetto opposto? Hanno ripreso bei faccini infantili mentre orgogliosamente dichiarano cosa faranno da grandi. Medici, musicisti, insegnanti…; e mentre tu sorridi intenerita ecco che invece il video si chiude su una bambina che in futuro prevede di venire picchiata dal marito. Volevano che gli spettatori così rigettassero la violenza, invece hanno prodotto un messaggio opposto: questo è il destino, così va il mondo, puoi sognare anche di fare l’astronauta, ma poi quando diventerai donna avrai buone probabilità di subire violenze e proprio fra le pareti domestiche.
La prima a saltare sulla sedia è stata la sempre attentissima Lea Melandri; si è attaccata al telefono e al computer, chiamando colleghe in Rai, protestando su Facebook, coinvolgendo le associazioni, ottenendo il lancio d’una petizione per il ritiro dei terribili spot. Le donne hanno risposto subito. Le utenti del servizio pubblico e chi ci lavora, non solo giornaliste, attraverso i comitati pari opportunità di Fnsi, Usigrai e Rai: per il ritiro d’un messaggio negativo che “perpetua l’idea della passività e subalternità femminile”. A sua volta la rete dei centri antiviolenza a ridosso della grande manifestazione Nonunadimeno ha chiamato in causa direttamente Monica Maggioni, chiedendo alla presidente Rai di bloccare “un messaggio diseducativo e francamente oltraggioso”. Giulia, che questa battaglia contro la violenza l’ha combattuta con tutte le armi possibili (analisi del linguaggio, ricerca fotografica, rappresentazione teatrale) ovviamente non può che condividere. Ci si vede in piazza, a Roma, con gli ombrelli parlanti!