E un altro anno se n’è andato. Senza rimpianti, va detto, se non per il fatto che siamo avanzate di una tacca nel pallottoliere della vita. Battaglie, corsi, progetti: Giulia può dirsi abbastanza soddisfatta di quanto è riuscita a fare nel 2016, peraltro con duro lavoro volontario (e gratuito). Anche nella propria organizzazione: per il 2017 si prospetta un ampliamento dei gruppi territoriali, dove a Lombardia, Piemonte, Puglia, Emilia Romagna e di recente anche Lazio dovrebbero aggiungersi Sardegna e, probabilmente, Liguria. Tuttavia quel che conta è essere riuscite a far fare al giornalismo un ulteriore passettino avanti nel modo di raccontare la realtà.
Da una parte Giulia prosegue infatti il proprio impegno nel linguaggio di genere, nel linguaggio corretto, nel riconoscimento di ruolo. Ovvero sulle definizioni al femminile (ministra, avvocata, la presidente…), sul rispetto delle persone (non esistono baby prostitute, esistono solo pedofili e minori violate), sul riconoscimento dell’eccellenza e dell’autorevolezza (elenchi di esperte intervistabili). E per fissare precisi paletti di non ritorno è indispensabile quell’Osservatorio sul linguaggio dei media nelle cronache di violenze fortemente voluto (e ottenuto) dalle colleghe della Cpo dell’Ordine.
D’altra parte Giulia tesse anche alleanze e guarda più in là. Alleanze con istituzioni e associazioni su battaglie giuste in favore delle donne, per convegni, iniziative o manifestazioni come Nonunadimeno. E impegno nella divulgazione, con pubblicazioni e corsi di aggiornamento professionale, e nella ricerca, come ad esempio la partecipazione al DG Justice project o la prosecuzione dei progetti già attuati quest’anno (espansione delle 100Esperte, prossimo Festival del mediterraneo, fotoreporter di guerra, vademecum su linguaggio e femminicidio…).
Insomma, siamo certe che il 2017 sarà un anno bellissimo. E molto giuliesco…