La persecuzione è come una lavatrice; la puoi far tua in comode rate. Secondo la denuncia delle sindacaliste dell’Osservatorio nazionale Auser sulle pari opportunità, infatti, nella riforma del codice penale si anniderebbe un pericoloso emendamento. Grazie al quale lo stalker potrebbe estinguere il proprio reato versando dei soldi, anche senza il consenso della vittima…
Le tre responsabili delle politiche di genere di Cgil, Cisl e Uil, Loredana Taddei, Liliana Ocmin e Alessandra Menelao, segnalano come il nuovo articolo 162-ter della recentissima legge di riforma del codice penale, approvata lo scorso 14 giugno, preveda l’estinzione di alcuni reati a seguito di condotte riparatorie: “Uno di questi reati è lo stalking. Senza il consenso della vittima l’imputato potrà estinguere il reato pagando una somma se il giudice la riterrà congrua, versandola anche a rate”.
Non solo. La preoccupazione di Auser nazionale è che la norma venga estesa a “tutti i reati contro la persona che prevedono una pena di 4 anni di condanna”. Un’assurdità di assoluta gravità – è il commento – “peraltro in totale contrasto anche con la Convenzione di Istanbul”. Insomma con una mano lo Stato ti esorta a denunciare e con l’altra, oplà, depenalizza il reato.
”La persecuzione inflitta ad una donna dallo stalker – sottolinea Vilma Nicolini che coordina l’Osservatorio Auser Pari opportunità e politiche di genere – non può essere equiparata ad una semplice lesione materiale, dando un ulteriore duro colpo alle donne vittime di minacce e molestie, che in questo modo perderebbero ulteriormente fiducia nelle istituzioni e si sentirebbero ancora più sole”.