La denuncia del sindacato prima e poi la sollevazione delle donne e di molte loro associazioni ha portato la discussione sull’estinzione “a pagamento” degli episodi di stalking sul terreno politico. Ci sono state reazioni anche dure, come quelle della presidente della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti (Pd), che ha bollato l’allarme come «terrorismo psicologico», perché la riforma, che “prevede la possibilità che il giudice estingua il reato nel caso di riparazione del danno”, si applica «solamente ai reati procedibili a querela remissibile: non è certo il caso del delitto di
stalking che si realizza attraverso minacce gravi e reiterate, casi per i quali la legge sul femminicidio nel 2013 aveva già espressamente sancito l’irrevocabilità della querela».
Alla fine a gettar acqua sul fuoco della polemica ci ha pensato il ministro della giustizia Andrea Orlando che promette di rivedere il testo per evitare eventuali equivoci.
Eventuali… E infatti questo è il problema: a far le cose in fretta si ottengono spesso risultati raffazzonati. Da segnalare in proposito l’intervento come sempre competente ed equilibrato di Linda Laura Sabbadini sulla Stampa (29.06.17 “Sullo stalking avanti senza alcuna ambiguità”).
Stalking, Orlando torna (forse) sui propri passi
Dopo la denuncia del sindacato e la sollevazione delle donne sull'estinzione "a pagamento" del reato, il ministro promette di rivedere il testo
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3 Luglio 2017 - 00.25
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