Da una parte ci sono mille e cinquecento euro come riparazione del danno subito. Dall’altra una giovane vittima che rifiuta il denaro. In mezzo la decisione della giudice di Torino, Rosanna La Rosa, che ha ritenuto la cifra offerta congrua e, dunque, ha accettato la proposta dell’imputato, dichiarando estinto il reato di stalking.
E’ la prima volta che accade ma c’era da aspettarselo dopo l’eliminazione della cosiddetta “querela remissiva” per i reati meno gravi, inserita nella riforma del processo penale appena varata.
La storia di certo non è tra le più cruente ma ugualmente deprecabile. La ragazza ha 24 anni, l’uomo 39. Lui, operaio, vuole conoscere lei, una venditrice ambulante, vuole scoprire se è fidanzata e come passa le sue giornate. Per questo si apposta sotto casa e comincia a seguirla in auto. Lei non ne vuole sapere e dopo tre episodi chiede aiuto al padre e al fratello che chiamano i carabinieri. L’uomo passa tre giorni in carcere, poi va a processo con rito abbreviato e fa la sua offerta.
E’ questo uno degli effetti della riforma, pagare per cancellare, come avevano previsto e denunciato le associazioni e i sindacati. Il processo, quindi, non si farà, non ci sarà nessun colpevole per questo reato.
La “giustizia riparativa tradisce lo spirito della legge” – dichiara – la presidente della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferrante. Entrata in vigore nel 2009, la misura è incentrata nel sanzionare il ripetersi di quel comportamento molesto, ossessivo, persecutorio che si manifesta con telefonate a tutte le ore, attenzioni ripetute, appostamenti, biglietti e sms. Una molteplicità di azioni apparentemente innocue che spesso degenerano in minacce e creano nella vittima uno stato di ansia e timore per la propria incolumità.
Il ministro Orlando, a fine luglio, si era detto disponibile a trovare una soluzione a quella che di fatto è una depenalizzazione del reato. Eliminare la querela remissiva dà, infatti, la possibilità di risarcire la vittima tramite pagamento.
Ora si prova a correre ai ripari. Nei giorni scorsi, infatti, l’ufficio legislativo del dicastero, su direttiva del Guardasigilli, ha depositato parere favorevole a sottrarre lo stalking da quei reati che si possono dichiarare estinti grazie a condotte riparatorie dell’imputato.
Troppo facile oggi dire: ve lo avevamo detto!
Quel che resta è una legge sbagliata e un messaggio equivoco arrivato a tre milioni e mezzo di donne che hanno subito questo tipo di violenza. E’ già difficile trovare il coraggio di denunciare, solo il quindici per cento delle vittime lo fa e con immensa fatica perché ha paura di non essere creduta o ascoltata.
La battaglia contro la violenza sulle donne è tra le più difficili da combattere. Per questo serve un messaggio chiaro, diretto, come quello che ci ha regalato la giovane di Torino: il denaro non guarisce angosce e paure, chi ha sbagliato è giusto che sconti una pena, la sofferenza non ha prezzo.
Un messaggio recepito chiaramente dalla Procura di Torino che ha già deciso di ricorrere contro la decisione della giudice.