Diventa sempre più difficile la vita e il lavoro di chi sceglie di fare inchieste giornalistiche, soprattutto in zone di periferia e in cui i riflettori non sono sempre accesi e lo spazio per approfondire diventa poco o irto di ostacoli.
Ce lo raccontano tante colleghe, operative in diverse parti di Italia, al Sud in particolare. E ce lo confermano le ennesime attenzioni e intimidazioni subite dalla nostra Marilù Mastrogiovanni a seguito della pubblicazione sul sito Il Tacco d’Italia della sua inchiesta sulle presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nel business turistico salentino.
Una situazione che sembra non avere fine e su cui l’Associazione della Stampa di Puglia, la Federazione della Stampa italiana e GiULiA Giornaliste intervengono per esprimere solidarietà e vicinanza alla collega.
«Rinnovando fiducia negli inquirenti che stanno già indagando sul caso e ringraziando le forze dell’Ordine e il Prefetto di Lecce per le misure di controllo adottate a tutela della collega», il sindacato nazionale Fnsi e regionale dei giornalisti Assostampa Puglia ricordano che «da tempo la collega Mastrogiovanni subisce segnali di intimidazione per il suo lavoro, al punto da essere stata costretta a vivere per un lungo periodo sotto scorta e successivamente a trasferirsi con la propria famiglia da Casarano».
«Gettare immondizia nel cortile della sua casa, come accaduto nelle scorse settimane, o inviare quasi quattromila mail minatorie sulla sua casella di posta – conclude il sindacato – sono atti vili che non impediranno alla collega di continuare ad esercitare il sacrosanto diritto di cronaca».