Tutti maschi. Ancora una volta. Un mondo senza una donna di rilievo nella letteratura, nella cultura, nell’arte, nella scienza, nella tecnologia è quello che oggi è stato proposto alle ragazze e ai ragazzi che affrontano l’esame di maturità. Tra le tante tracce della prova di italiano, non una voce di donna. Una pesante assenza che in queste ore è stata sottolineata da più parti.
Ed è singolare che questo avvenga nella più femminile delle nostre istituzioni, la scuola, dove il 62 per cento del corpo docente nella secondaria di secondo grado (ben di più sul totale) è rappresentato da donne, ormai in maggioranza anche ai vertici degli istituti. Ma evidentemente non dove si decidono le tracce della maturità.
È donna ed è giovane il personaggio dell’anno, Greta Thunberg (ma in questo caso è probabile che, come sempre accade, non si sia voluto scegliere una traccia troppo prevedibile). Ignorate oggi come ieri le politiche che hanno fatto parte della storia della Repubblica, Nilde Iotti – prima presidente della Camera – di cui ricorre il ventennale della morte, Tina Anselmi partigiana e prima donna ministra.
E che dire dell’oblío che avvolge la figura di Grazia Deledda, unica scrittrice italiana insignita del Nobel, alla quale non solo non è mai stata dedicata una traccia alla maturità ma neppure più di qualche scarna paginetta nei libri di testo? Una marginalità, quella delle scrittrici e delle poetesse, che passa nei programmi prima ancora che negli esami. E neppure – su un profilo più contemporaneo – sono stati proposti come spunti di discussione le prese di posizione di Oriana Fallaci o le poesie di Alda Merini o l’impresa di Samantha Cristoforetti, prima italiana nello spazio.
“Istruzioni per l’uso del futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà”: è una bella traccia proposta oggi alle ragazze e ai ragazzi. Ma qualcuno avverta il MIUR di aggiungere alle istruzioni per l’uso la voce delle donne.