Tutto esaurito alla prima di “Fuga dai Piombi, ovvero il Goldoni innamorato” al Consolato di Svizzera a Sant’Agnese, nell’ambito del programma ufficiale del Carnevale di Venezia, con un pool di attori e attrici appassionati che ha restituito uno spaccato di mondo settecentesco veneziano attraverso l’occhio della Lanterna Magica, oggetto simbolo di tutta la rappresentazione.
Lo spettacolo, quinta tappa del percorso teatrale I Fantasmi di Goldoni e Casanova a Venezia, scritto da Antonella Barina, diretto da Roberto Milani, musicato da Fabio Reggio e promosso dall’associazione culturale La Rete, ha visto la performance vocale della bravissima soprano Simonetta Baldin che per la prima volta si è cimentata nella recitazione interpretando un seducente Casanova – qui per la prima volta interpretato da una donna – che tenta, ricambiato, il drammaturgo Carlo Goldoni, portato in scena a sua volta da un disinibito e convincente Vittorio Lora.
Espediente drammaturgico: rivelare quello che sta dietro la misteriosa fuga dai Piombi di Casanova, e cioè l’inaspettata partecipazione di Goldoni alla liberazione del suo segretamente protetto Giacomo.
Ottima la partecipazione di attori e attrici come Manuela Muffatto nel plurimo ruolo della Morte, della Regina Celtica e dell’attrice di una compagnia teatrale che mette in scena, teatro nel teatro, lo spettacolo cinquecentesco “Il Frate dalle Mille Vite” a cui assistono Goldoni e Casanova, oltre che di una maschera che con Miro Jogan invita Goldoni ad un Carnevale ancor più trasgressivo. Né la categoria dei poeti potrà dimenticare la comunicativa del “poeta fanatico” costretto a fare il servitore di scena, reso da Bruno Pietro Spolaore nei panni di Sempronio, il quale tenta di appropriarsi di una poesia goldoniana, subito smascherato e poi ridotto sul lastrico da Casanova che lo stordisce con una pozione magica.
A dar musica dal vivo allo spettacolo, gli strumentisti dell’Ensemble Ottaviano Petrucci diretti da Reggio su sue musiche originali e d’epoca: flauti dolci di Annamaria Zanetti, Stefania Defazio, Antonio Morossi, liuto e tiorba di Davide Gazzato, flauto basso e dulciana di Fabio Reggio.Ad amalgamare tanti talenti in un unicum la regia di Roberto Milani, professionista goldoniano doc, che ha saputo dirigere la recitazione, intersecare musica e testo, scindere i diversi livelli dello spettacolo nello spettacolo, inventare in meno di un’ora il piano luci e quant’altro. Di Milani, oltre a ciò che ha saputo infondere agli altri interpreti, va citata la recitazione nel ruolo nei panni del saggio Capocomico che, dopo aver interpretato “il Frate dalle Mille Vite”, avverte Goldoni e Casanova dell’arrivo degli sbirri e facilita l’ennesima fuga di quest’ultimo verso la libertà.
Reiterate le manifestazioni di gratitudine verso il Consolato di Svizzera per aver ospitato lo spettacolo a Palazzo Trevisan degli Ulivi riaffermando la grande tradizione elvetica di libertà e al Carnevale cittadino per aver consentito di ricordare a veneziani ed ospiti che il teatro non è soltanto mestiere, ma anche, sempre e inesorabilmente, passione di rendere credibile l’incredibile.