Alle Paralimpiadi il bronzo a Zakia Khudadadi ridà voce alle donne afgane | Giulia
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Alle Paralimpiadi il bronzo a Zakia Khudadadi ridà voce alle donne afgane

Da Bebe Vio a Carlotta Gilli, è già una Paralimpiade dei record. A cominciare da quello dell'unica donna della delegazione dei rifugiati, la taekwondoista afghana Khudadadi, costretta a fuggire dal suo paese perché praticava sport.

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Zakia Khudadadi/ credit Alexandre Battibugli per il Comitato Paralimpico Internazionale.
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Caterina Caparello e Elena Miglietti Modifica articolo

1 Settembre 2024 - 14.01


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«Benvenuti nel Paese dell’amore e della rivoluzione. Non preoccupatevi: stasera non ci sarà l’assalto alla Bastiglia, né la ghigliottina. Perché questa sera è l’inizio della più bella delle rivoluzioni: la rivoluzione Paralimpica». Le parole del presidente del Comitato organizzatore di Parigi 2024, Tony Estanguet, non potevano essere più azzeccate. Ma perché rivoluzione? «Stasera i rivoluzionari siete voi, gli atleti. Come i nostri antenati con i loro berretti frigi, avete grinta e audacia. Come tutti i rivoluzionari del mondo, avete coraggio e determinazione. Come loro, state combattendo per una causa che è più grande di voi». Una causa che è racchiusa nel concetto di inclusione e rispetto per le persone con disabilità.

La Cerimonia d’Apertura delle Paralimpiadi di Parigi 2024, iniziate il 28 agosto, è stato l’emblema di una società che deve cambiare. Una società ipocrita e perbenista, indifferente e spesso intollerante. Una società che non osserva e non guarda, solo giudica. Tutto questo è stato perfettamente rappresentato da una parte del corpo di ballo vestito di nero, con occhiali altrettanto neri e delle movenze rigide e convenzionate. Dall’altra parte, invece, ballerine e ballerini che indossavano vestiti dai mille colori, sorridenti, felici e dalle movenze libere. Ed è stata la presa di coscienza del primo gruppo a dare quello scossone che la nostra società dovrebbe iniziare ad avere: gli uni davanti agli altri, gli occhiali da sole neri che vengono sollevati e lo stupore per la bellezza di avere davanti persone libere dalla parola “diversità”.

LE RIVOLUZIONI PARTONO DALLA PARTECIPAZIONE

Lo sport porta con sé sconfitte e successi, eppure è anche caratterizzato da un altro aspetto importante: la partecipazione. Dietro c’è la voglia di lanciare e lasciare un messaggio. Zakia Khudadadi è una taekwondoista afghana e riunisce in sé una molteplicità di “diversità”: rifugiata, donna e persona con disabilità. Il 29 agosto ha vinto la prima medaglia in assoluto per la Squadra Paralimpica dei Rifugiati (formata da 8 membri, di cui è l’unica donna), un bronzo nella categoria K44 classe -47 kg. Durante un’intervista alla domanda su quale sia il titolo più pesante da portare ha risposto: l’essere donna. Lei è stata la prima donna a fare sport nella provincia di Herat e, per questo, evacuata da Kabul perché rischiava di essere uccisa. Ora vive a Parigi e la sua partecipazione, con la sua conseguente medaglia, è diventata una rivoluzione per tutte le donne afghane: «Questa medaglia è per tutte le ragazze e le donne dell’Afghanistan e per tutte le donne e le rifugiate del mondo – ha dichiarato dopo la vittoria. Oggi nel mio paese le donne non possono fare sport né andare a scuola. Ma so che molte mi guardano in televisione. Questa medaglia ci darà la forza di combattere i talebani e i politici, di affrontare tutto quello che ci vietano. Insieme. Fino alla pace e alla libertà».

C’è un’altra importante rivoluzione di cui bisogna parlare: il Comitato paralimpico francese assegnerà ad atlete e atleti paralimpici gli stessi premi ricevuti dai colleghi delle Olimpiadi, ovvero 80mila euro per l’oro, 40mila argento e 20mila bronzo. Una buona, giusta e corretta pratica che anche l’Italia dovrebbe intraprendere: 180mila per l’oro, 90mila argento e 45mila bronzo, per quanto riguarda atlete e atleti olimpici; mentre il Comitato italiano paralimpico assegna: 100mila oro, 55mila argento e 35mila bronzo.

LE AZZURRE RIVOLUZIONARIE

Ricevere la fiamma olimpica alla Cerimonia d’Apertura è un privilegio. Un privilegio capitato per ben due volte alla schermitrice Bebe Vio che ha creato un nuovo record di “prima volta”. La nostra atleta azzurra, infatti, aveva già partecipato come tedofora alla Cerimonia d’Apertura delle Olimpiadi tenutesi poche settimane fa, per poi partecipare, allo stesso modo, alla cerimonia delle Paralimpiadi. Grande la soddisfazione per la prima vittoria, contro la Francia, della nazionale di sitting volley, uno sport ancora poco conosciuto in Italia, di cui fa parte l’opposta Eva Ceccatelli. La squadra infatti è campione d’Europa 2023 e proprio per questa vittoria, ha avuto accesso alle paralimpiadi per la seconda volta nella storia. I salti in lungo dell’azzurra Arjola Dedaj, categoria T11 (cieca), hanno qualcosa di magico. Il suo quarto posto lo è stato ancora di più e Dedaj ha indossato una mascherina azzurra sugli occhi a forma di farfalla.

LE MEDAGLIE AZZURRE

Con i portabandiera Ambra Sabatini, velocista e campionessa in carica nei 100m categoria T63, e Luca Mazzone, vincitore a Tokyo2020 nel ciclismo categoria H1-5, la delegazione italiana ha iniziato a fare incetta di medaglie: 16 in totale, di cui 3 ori, 4 argenti e 9 bronzi. Al momento, le nostre azzurre ne hanno vinto 7 totali. La nuotatrice Carlotta Gilli ha riconfermato l’oro nel 100 farfalla che aveva conquistato a Tokyp2020, categoria S13. Ma non si è fermata: Gilli ha infatti vinto il bronzo nei 100m dorso e l’argento nei 400m stile libero. Vittoria Bianco ha vinto un ricercatissimo bronzo nei 400m stile libero di nuoto. Il bronzo della nuotatrice Angela Procida nei 100m dorso e la doppietta bronzea di Monica Boggioni nei 100 e 200m stile libero. E ancora non è finita.

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