La giornalista ucraina Viktoria Roshchyna, 27 anni, rapita nei territori occupati dell’Ucraina, è morta in una prigione russa. Secondo quanto appreso finora, sarebbe successo il 19 settembre, ma è stato comunicato solo nei giorni scorsi.
Victoria era scomparsa il 3 agosto 2023 mentre faceva un reportage nel territorio occupato dalla Russia, quando si ritiene sia stata catturata dalle forze militari russe. Il Ministero della Difesa russo ha confermato la sua detenzione nell’aprile 2024, quasi otto mesi dopo, in una lettera inviata al padre. Prima di essere imprigionata, Victoria ha trascorso più di un anno a raccontare le prime linee della guerra russa contro l’Ucraina come giornalista indipendente per testate come Ukrayinska Pravda, Hromadske e Radio Free Europe. La giornalista era stata inserita nella lista per uno scambio di prigionieri che sarebbe dovuto avvenire nei prossimi giorni. Il deputato Yaroslav Yurchyshyn avrebbe reso noto che le autorità russe hanno informato la famiglia della giornalista della sua morte, avvenuta durante un trasferimento da un carcere a un altro.
Tra le molte voci di cordoglio per la giovane free lance anche quella di Stefania Battistini, l’inviata della Rai raggiunta da un ordine di arresto con richiesta di estradizione emesso dalle autorità di Mosca dopo il suo reportage durante un’incursione delle truppe ucraine nella zona di Kursk e costretta a vivere sotto scorta per le continue minacce di morte.
L’International Women’s Media Foundation (IWMF, un’organizzazione internazionale per i diritti delle giornaliste) nel 2022 aveva assegnato a Roshchyna il premio Courage in Journalism per i suoi reportage dall’Ucraina orientale. L’IWMF ha chiesto che «la comunità internazionale» faccia pressioni sulla Russia «affinché cessi di prendere di mira i giornalisti e di mettere a tacere la libertà di stampa».
Giulia Giornaliste piange la collega freelance e chiede che venga condotta sulla vicenda una inchiesta indipendente e – ricordando che il Protocollo 1 delle Convenzioni di Ginevra statuisce che, in caso di conflitto armato, i giornalisti devono essere “protetti” – richiama la Federazione Russa al rispetto della libertà di informazione e sollecita la comunità internazionale affinché pretenda e ottenga la liberazione di tutte le giornaliste e i giornalisti detenuti per causa connessa allo svolgimento della loro professione.