Rassegna sui generis: la settimana di notizie sulle donne (dal 10 al 15 ottobre 2022)

Una settimana di notizie sui media: come e quando si parla di donne? GiULiA prosegue con il suo osservatorio su giornali e web in ottica di genere

Rassegna sui generis: la settimana di notizie sulle donne (dal 10 al 15 ottobre 2022)
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Barbara Consarino Modifica articolo

17 Ottobre 2022 - 11.21


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Il Corriere della sera, La Repubblica, La Stampa, Domani, Il Giornale, Il Messaggero, Il Fatto quotidiano, Avvenire, Il Sole24ore, La Verità, Il Qn, La Gazzetta dello Sport, Tuttosport e uno sguardo al web

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Settimana dal 10 ottobre al 15 ottobre
Firme in prima pagina: 740
 uomini, 244 donne
Editoriali e commenti:135 uomini e 22 donne
Interviste:  143 uomini e 48 donne

La guerra riprende posto nelle prime pagine dei giornali. Non è quella sul prezzo del gas, lo vediamo dalle crude fotografie di civili morti o feriti, di sangue, di città distrutte dalla violenza dei bombardamenti russi, dalle esecuzioni sommarie, come quella del direttore d’orchestra Yuriy Kerpatenko che si è rifiutato di collaborare con gli occupanti russi; così come sono riemersi tutti gli elementi della guerra psicologica con le minacce e i ricatti sull’uso delle armi atomiche, cui seguono richieste di altre armi da una parte e improbabili profferte di pace dall’altra. E sono 60mila, secondo un servizio del Messaggero, le donne ucraine che stanno combattendo in prima linea.

Continua intanto la protesta delle donne iraniane, cui si sono aggiunti anche molti uomini. Il regime vacilla e si fa sempre più violenta la repressione con almeno due centinaia di manifestanti uccisi e migliaia di fermati secondo le Ong rimaste sul campo. Le ultime notizie ci dicono che è in fiamme il carcere di Evin, dove sarebbero rinchiusi ragazze e ragazzi fermati durante gli scontri, compresa l’italiana Alessia Piperno. La Farnesina per fortuna ci informa che la ragazza sta bene. L’agenzia di stato iraniana comunica che ci sono stati 6 morti e 61 feriti durante la rivolta dei detenuti. In Italia, invece, sulla rivolta iraniana c’è un ampio dibattito, soprattutto online, sull’utilità del taglio di ciocche di capelli come forma di solidarietà da parte di frotte di donne famose. 

Da noi la guerriglia si fa piuttosto nelle stanze dei nuovi poteri usciti dalle elezioni del 25 settembre. Ogni giorno colpi di scena e colpi bassi tra gli esponenti della maggioranza di centrodestra, polemiche, liti e pizzini, che vi raccontiamo in ordine cronologico. Sono sati eletti i presidenti delle due Camere, Ignazio La Russa al Senato e Lorenzo Fontana, leghista alla Camera dei deputati. La foto di apertura è dedicata alla senatrice Liliana Segre che ha aperto la XIX legislatura con un memorabile discorso.

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Quanto alle firme, registriamo una diminuzione dei commenti femminili in prima pagina, a volte si fa fatica a contarne 2 o 3 al giorno. Stabili le firme delle non commentatrici richiamate in prima, anzi, contando e ricontando, abbiamo visto realizzata la parità sul Sole 24ore di sabato: 10 firme di donne e 10 di uomini in prima.

Nello Sport in primo piano la vittoria col bronzo delle ragazze del volley, ma pure un brutto episodio di razzismo ai danni di una delle donne di punta della squadra, Paola Egonu, vittima dei soliti odiatori che le hanno chiesto perché sia italiana, dopo la sconfitta col Brasile. Un ritornello odioso che va avanti da anni per l’italianissima ragazza che di diverso dalle compagne ha solo la sua pelle nera. 

Lunedì 10 ottobre

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Trattative in corso o si potrebbe dire braccio di ferro ininterrotto da quando le urne hanno dato il loro responso inequivocabilmente a favore di Giorgia Meloni e del suo FdI. Malgrado i numeri, la premier in pectore si ritrova schiacciata dalle richieste di ministeri e cariche importanti dagli alleati, in uno dei più classici teatrini post elettorali da Prima Repubblica. Meloni non sembra comunque voler mollare l’idea di un governo autorevole, fatto di persone competenti e inattaccabili e mentre riabbraccia la destra spagnola di Vox cerca di tenere il punto in Italia. Con Salvini che voleva tornare al Viminale, pare abbia avuto la meglio lei, Berlusconi invece insiste perché la sua più stretta collaboratrice, Licia Ronzulli, eletta al Senato, ottenga un dicastero di peso e con portafoglio. Ma Meloni non ci sente proprio da questo orecchio. I giornali, comunque, continuano a chiamarla Giorgia nei titoli, come se non avesse  un cognome e qualcuno ne sottolinea pure l’intelligenza. Farebbero lo stesso con un uomo?  
Sul fronte del centrosinistra non è che le cose vadano meglio. L’amarezza della sconfitta ha portato a galla tanti risentimenti: a dar fuoco alle polveri sul Corriere della Sera è Paola De Micheli che si era candidata nei giorni scorsi al vertice del Pd per il dopo Letta. Intervista a firma Monica Guerzoni che fila via tranquilla, fino a che non parte il missile quando De Micheli conferma che si candida contro il patriarcato che governa il Pd con la complicità delle donne. E spiega: «Siamo il partito che ha fatto più leggi a favore delle donne, ma poi le candidature a sindaco o presidente di regione sono rarissime. E la colpa è anche della misoginia di alcune donne che, con un po’ di accidia, si sentono soddisfatte da un ruolo ancillare». Chi sono? Nomi De Micheli non ne fa, ma la bomba è stata lanciata.

Lavoro Il Sole24ore va in edicola oggi con Economy, magazine di analisi e approfondimenti di economia e finanza. La cover story è firmata dalla vicedirettrice Marina Marinetti ed è dedicata al gender gap non solo in Italia con abbondanza di fonti autorevoli, grafici, analisi, interviste e approfondimenti. Il direttore di Economy, Sergio Luciano, confessa di aver cercato di concentrare in questo dossier tutte interlocutrici donne, ma l’esperimento non è riuscito, se non al 60 per cento… si può sfogliare anche online.

Martedì 11 ottobre

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Foto di gruppo del Governo uscente, con Mario Draghi al centro, saluti e sorrisi del premier, nessuna rimostranza. Meloni intanto, mentre nei Palazzi ci si prepara all’esordio del nuovo Parlamento riunisce i suoi eletti e ripete: «Puntiamo a dare a questa nazione il governo più autorevole possibile. Non c’è spazio per questioni secondarie rispetto a questo obiettivo».  In realtà anche i giornali che fanno riferimento alla destra sembrano un po’ stanchi di beghe personali. Leggiamo sulla Verità a firma di Carlo Tarallo: «Tra una guerra nel cuore dell’Europa, la crisi economica e le bollette alle stelle, uno degli ostacoli più alti da superare sulla strada della formazione del governo di centrodestra è rappresentato dalla tigna con la quale Licia Ronzulli vuole assolutamente ricoprire un incarico in consiglio dei ministri». Dal versante opposto, Il Fatto quotidiano pubblica un impietoso ritratto dell’ex infermiera, da sempre molto vicina a Berlusconi, dagli esordi alle cene eleganti di Arcore e poi con un ruolo sempre più importante nel partito.  
Da registrare, invece, in questa fiera dell’autopromozione l’elegante rifiuto di Elisabetta Belloni a capo del Dis e con un curriculum eccellente, il cui nome era stato fatto per la Farnesina: «No, non sarò ministro, il mio lavoro è un altro» ha detto ai cronisti, immaginiamo, col ricordo preciso di quando il suo nome per il Quirinale venne speso e poi bruciato nel giro di poche ore.
I giornali danno ancora conto, chi con serietà, chi con sarcasmo, delle polemiche fra le donne del Pd, già nell’aria cupa del post elezioni, ma esplose dopo l’intervista di Paola De Micheli. Su Repubblica, a tal proposito, Daniela Hamaui prende spunto dalla rivolta delle ragazze iraniane per parlare alle donne dem: «… penso che le donne del Pd, ma tutte le donne in generale, dovrebbero smetterla di pensare che a piccoli passi si arriva sempre alla meta perché non è così. Ci sono momenti in cui bisogna buttare via il velo e provare a fare la rivoluzione». Molto chiara pure Rosy Bindi, intervistata da Daniela Preziosi su Domani. Sì, il Pd è maschilista, ma le donne dovrebbero essere più attente: «Con questa legge elettorale le donne che accettano più candidature sanno per certo che lasciano il posto agli uomini. E se queste cose le fanno ex ministre, capigruppo e dirigenti, vuol dire che il Pd è un partito che non conosce la solidarietà fra donne. Dieci donne pluricandidate, hanno lasciato a casa almeno 5 donne». E con questo l’argomento è abbastanza chiuso: i numeri parlano chiaro, mai come questa volta le donne in Parlamento sono poche. Le candidate alle politiche erano il 44 per cento, le elette solo il 31 per cento, il 4 per cento in meno del 2018. Speriamo abbia ragione lo scrittore Emanuele Trevi che, intervistato sul Fatto quotidiano sul perché la sinistra non abbia leadership femminile si dice ottimista: «Le donne vengono fuori nei momenti difficili e questo è al limite del tragico».

Tempo di vita Banca Intesa apripista della settimana lavorativa di 4 giorni, 36 ore settimanali a parità di stipendio e con un’ora di lavoro in più al giorno e quindi via al dibattito sui giornali. Si schiera a favore con un commento su Repubblica Linda Laura Sabbadini che mette in luce i vantaggi di un recupero di tempo a tutto favore delle donne che sommano al lavoro retribuito pure quello, gratuito, del welfare familiare. Ma soprattutto un varco che potrebbe rendere il lavoro più attraente. Ne sentiremo molto parlare in futuro, tanto più che gli esperimenti condotti in altri Paesi hanno dato risultati parecchio incoraggianti anche sul piano della produttività.

Mercoledì 12 ottobre

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Addio ad Angela Lansbury, la popolarissima Jessica Flectcher , protagonista della serie La  signora in giallo, ma anche di film e commedie teatrali. Aveva 96 anni ed è morta tranquillamene nel sonno, lei che aveva risolto centinaia di crimini nella sua lunga carriera. Tutti i giornali l’hanno celebrata. Scrive Domani, fra gli altri quotidiani, che la sua serie piaceva immensamente perché era il ricordo di un’altra America, ma anche perché l’attrice era capace di recitare senza perdere di credibilità il ruolo di una vecchia signora dall’aria rassicurante con una mente capace di pensare come un criminale. Non per niente Elisabetta II l’aveva nominata Dama della regina
E dai delitti del piccolo schermo a quelli della realtà. Lei si chiamava Ilaria Maiorino, aveva 41 anni, ed è stata uccisa, pare a botte, dal marito El Gheddassi Tarik , nel corso di una lite nella loro casa di Osimo, provincia di Ancona.
Mistero sulla morte di un’alta donna, uccisa a Pratoregio di Chivasso, in Piemonte. Giuseppina Arena aveva 52 anni e stava pedalando sulla sua bicicletta in aperta campagna quando è stata uccisa con tre colpi di pistola. Sul movente si parla di un’eredità e si attendono sviluppi. E si capisce che può essere anche questa una storia di famiglia.

Giovedì 13 ottobre

Liliana Segre presiede la prima seduta della XIX legislatura al Senato. Il suo è un discorso di alto livello politico e morale, conciliante nella forma, implacabile e circostanziato nella sostanza. Solo La Stampa aveva anticipato, con un commento di Concita De Gregorio, il valore simbolico del passaggio di testimone fra Liliana Segre e Ignazio La Russa, una realtà che supera la fantasia di scrittori e sceneggiatori. Ma forse nessuno immaginava la commovente intensità del suo intervento che ci riporta col pensiero alle figure delle nostre Madri Costituenti, un livello al quale non siamo certamente più abituate. 
Nel frattempo sono ancora in alto mare anche le trattative sul Governo: gli scogli sono sempre due, il ministero dell’Economia e il ruolo che Berlusconi rivendica per Licia Ronzulli. E a proposito di quest’ultima un’indiscrezione (poi confermata) pubblicata dal Messaggero racconta come i figli più ascoltati del cavaliere, Marina e Piersilvio, direttamente impegnati nelle aziende di famiglia, stiano cercando di convincere il padre a desistere dall’impuntarsi con l’incarico a Ronzulli. Stesse perplessità espresse, pare, anche dai vecchi consiglieri e amici di Berlusconi.
Sui possibili ministri del Lavoro leggiamo su Domani un interessante ritratto di Marina Elvira Calderone che guida da 18 anni l’Ordine dei consulenti del Lavoro. Apprezzata a destra, ma pure al centro e al Quirinale, è una tecnica che è riuscita a portare un Ordine professionale poco considerato ai massimi livelli di interlocuzione politica.

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Particolarmente ricco il contenuto della Stampa che richiama in prima pagina l’intervista a Greta Thunberg di Sandra Maischberger, per la rete televisiva tedesca Ard. La giovane leader globale degli ambientalisti aggiunge qualcosa in più ai temi soliti affermando di non essere contraria al nucleare se l’alternativa è un investimento sul carbone, molto più inquinante, beninteso si parla di centrali già esistenti e in funzione. Ma il problema del clima, insiste Greta Thunberg necessita di un cambiamento culturale e dell’aiuto di movimenti esterni e questo non avverrà in tempi brevi, anche se qualcosa già sta cambiando. Reazioni e commenti fra sarcasmo e stupore.

Venerdì 14 ottobre

I giornali aprono quasi tutti con la politica. Molti pubblicano integralmente il discorso di Liliana Segre, solo La Verità in un titolo basso in prima scrive che la senatrice «ha tenuto il suo comizietto». In generale quello che fa più notizia oggi è quanto accaduto nell’aula del Senato, dove si è vista la sconfitta politica di Berlusconi e la vittoria di Giorgia Meloni. Forza Italia decide di non partecipare alla prima chiama per l’elezione del presidente del Senato, ma lei ha pronto il piano B e Ignazio La Russa viene eletto pure coi voti dell’opposizione. E via con le analisi sull’ex padre del centrodestra messo all’angolo da una donna, lui che le donne le ha soprattutto corteggiate e in qualche caso anche valorizzate, sempre, però, all’interno di un suo disegno patriarcale. Adesso il Cavaliere è stato costretto ad abbandonare ogni richiesta di ministero per Ronzulli. Ma certo la questione non può essere ridotta a una rivalità fra donne, come stanno tentando di fare alcuni giornali con ampie ricostruzioni sulle due “carissime nemiche.” E forse c’è in ballo pure quel ministero di Giustizia che il Cavaliere vorrebbe affidato a uno dei suoi, ma che Meloni non intende cedere.

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Urbaniste, accademiche, studentesse, ex magistrate hanno assistito alla presentazione, in Assolombarda, a Milano del manifesto Soroptimist, su “La città che vorrei, reinventare la città a misura di donna”. Cinquemila donne intervistate chiedono città a misura di persona, meno rumorose, più pulite e verdi e collegate meglio. Ma i tempi del cambiamento, possibile anche grazie ai fondi del Pnrr, sono purtroppo molto stretti.  

Su Domani la notizia che la Corte di Giustizia europea ha dichiarato che vietare l’utilizzo del velo sul posto di lavoro non è discriminatorio: “…un’impresa ha il diritto di vietare l’utilizzo visibile di segni religiosi, filosofici o spirituali, a patto che il divieto sia trasversale e non si generi una condotta discriminatoria». Una via per quelle donne che spesso sono costrette a portare il velo, anche contro la loro volontà.

Sabato 15 ottobre

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C’è il dramma dei pizzini «Giorgia Meloni un comportamento 1)supponente2) prepotente3) arrogante4) offensivo» (seguiva al punto 5 ridicolo, poi cancellato ndr). Il teleobiettivo ha catturato il testo di un foglio scritto a caratteri cubitali lasciato sullo scranno di Berlusconi in Senato. Parole di stizza alle quali Meloni risponde: «Si è dimenticato di scrivere che non sono ricattabile». Tutti i giornali aprono con l’episodio che sancisce il tramonto dell’anziano leader del centrodestra e si riposizionano nei giudizi su Meloni. Leggiamo per esempio Antonio Polito sul Corriere della Sera: «Dall’elezione dei due presidenti delle Camere abbiamo per ora appreso due cose. La prima è che Giorgia Meloni ha volontà e capacità di leadership. Speriamo l’abbia registrato chi fino a qualche mese fa credeva di poterla trattare col paternalismo che taluni ancora riservano alle giovani donne…Meloni rischia in proprio: successo o insuccesso del suo governo saranno addebitati a lei…se un ministro non la convince, nessuno può imporglielo».  Annalisa Cuzzocrea sulla Stampa firma un pezzo su Meloni donna alfa.
Su Avvenire nel primo piano politico la contestazione di due matricole del Pd per Lorenzo Fontana, nuovo presidente della Camera: Rachele Scarpa e Sara Ferrari hanno esposto uno striscione prima della elezione di Fontana, dove si dice no a un presidente omofobo e pro Putin, subito rimosso dai commessi. A proposito di Fontana segnaliamo un ritratto di Flavia Perina sulla Stampa che sottolinea come anche dai “barbari” leghisti della prima ora, secessionisti e contro i Palazzi, sia stata esercitata  una maggior cautela nella scelta di figure istituzionali super partes. L’esempio è Irene Pivetti, presidente della Camera, pure lei cattolica, ma senza intemperanze. La continenza, scrive Perina, aveva ancora un suo valore.

Il messaggio di Palazzo Chigi di sostegno a Paola Egonu

E terminiamo con lo sport  fra note dolci e amare. Con le ragazze del volley  abbiamo festeggiato, sognato di raggiungere la medaglia d’oro, ci siamo disperate vedendo che il Brasile in semifinale era più forte di noi… Alla fine Sylla &C hanno meritato una medaglia di bronzo (che non era mai successo ai mondiali) che sarebbe da festeggiare comunque se non fosse che le ragazze hanno dovuto subire nelle ore precedenti l’ultima partita e dopo la sconfitta con il Brasile attacchi, da giornali sportivi e non, che forse non sarebbero stati riservati ai maschi. Difficile entrare in campo con questa pressione, ma le ragazze lo hanno fatto e solo dopo aver conquistato il bronzo Paola Egonu si è sfogata con il suo manager, Marco Raguzzoni, a bordo campo, dicendogli che non sa se resterà ancora in Nazionale.  Soprattutto, oltre ai giornalisti troppo frettolosi nelle loro analisi, l’hanno offesa gli hater, gli odiatori del web, che le hanno chiesto sui social perché lei è italiana, come se non meritasse la maglia della Nazionale. Il video di un tifoso che ha registrato le sue parole è finito su Twitter e poi ovunque. L’atleta ha ricevuto ieri la solidarietà del presidente del Consiglio Mario Draghi, ma ha comunque confermato che si prenderà una pausa che è pure un messaggio, un suo diritto, a soli 23 anni.  

Un’altra pagina vincente l’hanno scritta le quattro atlete del ciclismo, Elisa Balsamo, Martina Fidanza, Chiara Consonni e Vittoria Guazzini, che però dopo essere state festeggiate per la conquista dell’oro nell’inseguimento su pista sono state immediatamente dimenticate giusto per sottolineare che non devono pretendere troppa attenzione sui giornali. Ultimissima annotazione: da un paio di mesi una nostra collega sta monitorando i vari siti di sport sul web. Ebbene, finora ha trovato poche notizie originali, gossip e tante donne nude. Forse uno sforzo in più ci potrebbe stare.

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Come sempre grazie alle colleghe Caterina Caparello, Laura Fasano, Paola Rizzi, Luisella Seveso e Maria Luisa Villa che, con le loro segnalazioni, rendono più completa la nostra Rassegna. 

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