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Dal 10 al 15 febbraio 2025
Le firme in prima pagina: Uomini 1060, donne 331
Editoriali, commenti e analisi: uomini 195, donne 32
Le interviste: a uomini 217, a donne 67
Due parole sulle firme: questa settimana il record negativo va al Corriere dello sport con zero firme femminili in prima pagina. Buona presenza delle giornaliste nei servizi da Sanremo, dove peraltro le donne sono state protagoniste dei pochi spazi loro destinati come co-conduttrici. Domani titola “A Sanremo solo le donne fanno politica” . Il conduttore Conti vorrebbe le sue partner ” univoche” ma le sue “CoCoCo” Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa non hanno assecondato la sua voglia di quieta normalità così come Bianca Balti, che si sente esempio non solo per le donne ma anche per gli uomini. Le cantanti Maria Tomba e il duo ValeLP e Lili Jolie che hanno ribadito con forza il concetto del consenso con i cartelli esibiti sul palco: “Se io non voglio – tu non puoi” suggerendo a Cattelan e Conti di ribadire il concetto. Noi aggiungiamo l’ottima Geppi Cucciari dalla battuta fulminante che ha spesso spiazzato il direttore artistico di questa edizione. Ma le protagoniste assolute delle canzoni sono state le mamme “Come cambiano le madri italiane a Sanremo” titola Domani con un excursus dalle mamme del 1952 cantate dal Duo Fasano (in carrozzella in giro a passeggiare) fino a Simone Cristicchi che allude invece a una madre malata da accudire. E altri giornali si sono cimentati sull’argomento delle mamme di ieri e di oggi. Quanto all’epilogo, non c’è neanche una donna nella cinquina dei finalisti.
Diritti
La Toscana è la prima regione italiana ad aver emanato una legge sul fine vita che ha trovato una larga eco nei giornali anche di schieramenti diversi. Ci dimostra, è non è l’unica volta, che la società è molto più avanti della politica, che l’argomento è fortemente sentito e che le Regioni (citiamo solo il Veneto governato dal leghista Luca Zaia) sono in prima fila nel sollecitare i partiti a emanare una legge nazionale, come richiesto anche dalla Corte Costituzionale. Intanto c’è stato il primo caso di suicidio assistito in Lombardia: si tratta di una donna, Serena, cinquantenne affetta da sclerosi multipla progressiva da oltre 30 anni, è morta nelle scorse settimane a casa sua, in Lombardia, a seguito dell’autosomministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale, insieme alla strumentazione necessaria. Serena, a causa della malattia, era paralizzata e costretta a una condizione di totale dipendenza e necessità di assistenza continuativa rientrando così in quelle che sono le ultime sentenze della Corte Costituzionale in materia: il suo è il primo caso in Lombardia, il sesto in Italia. Argomento seguitissimo, dicevamo, tanto che sabato Il Giornale vi ha dedicato due pagine con intervista al medico anestesista Mario Riccio che ha preparato per Serena la flebo finale. “Un dovere morale per me non lasciarla sola”, ha detto Riccio. Quel che emerge, al di là dei ricorsi del centrodestra contro la Regione Toscana è la necessità di una legge nazionale, anche se finora tutte le proposte sono finite in un vicolo cieco.
Cose nostre
Una notizia che farà piacere a tutte le donne che stanno combattendo per essere credute nei tribunali: la Cassazione ha ordinato l’appello bis per l’ex sindacalista della Fit Cisl accusato da Barbara D’Astolto, ex hostess, ora insegnante di scuola primaria, di molestie sul luogo di lavoro. Nei due precedenti gradi di giudizio l’uomo era stato assolto perché si era sostenuto che in 20-30 secondi dall’inizio delle molestie, la vittima avrebbe potuto dileguarsi. Ora la donna, rinfrancata dalla decisione afferma: lotto per le mie figlie minorenni e per tutte le donne che hanno diritto a non dover subire, come è avvenuto con me, simili molestie. D’Astolto era stata intervistata il giorno prima della sentenza dalla Repubblica che aveva investito con ampio spazio, anche in prima pagina sulla sua vicenda, dalla quale abbiamo appreso che la hostess aveva anche scritto all’allora segretaria Cisl Annamaria Furlan, senza ricevere risposta. Per trovare il nome dell’ex sindacalista, invece, bisogna andare a leggere l’intervista di Hoara Borselli sul Giornale, dove l’ex sindacalista, Raffaele Meola, oltre a lamentarsi per non essere stato creduto in quanto uomo, accusa la donna di essersi voluta vendicare per aver perso la vertenza aperta nei confronti dell’azienda. All’indomani della sentenza della Cassazione i giornali, tranne il Corriere della sera che la relega in un taglio basso in una pagina interna, hanno scelto di mettere in prima pagina questa vicenda dove si affronta il sempre controverso nodo giuridico del consenso nei casi di violenza sessuale. Va detto pure che l’ex sindacalista non ha subito, seppure indagato e poi imputato, nessun procedimento disciplinare da parte della Cisl.
Su Qn ampio servizio sulla continua mattanza delle donne, sono tre i casi in 72 ore, 5 dall’inizio dell’anno. L’ultima vittima è Cinzia D’Aries, 51 anni morta per mano del marito Pietro Quartuccio, 56 anni a Venaria nel Torinese. Il suo corpo è stato trovato sul pavimento del bagno con ferite di arma da taglio alle spalle mentre il coniuge rantolava nel tinello dopo aver ingerito una quantità di farmaci imprecisata. Continuano intanto le ricerche del corpo di Johanna Nataly Quintanilla, 40 anni, baby sitter a Milano. Il suo compagno Pablo Heriberto Gonzales Rivas, 48 anni, ha confessato l’omicidio della donna, ma per ora non ha aiutato a individuare il corpo. Da notare che questa ultima vicenda, dopo una comparsa sulle pagine nazionali la possiamo trovare solo nelle cronache milanesi dei giornali. Del resto ormai i femminicidi, nella loro triste serialità, resistono al massimo un paio di giorni sui quotidiani. Nella narrazione, poi, si torna spesso ai vecchi vizi: la parola raptus sembrava scomparsa dalle cronache, ma è rispuntata nel caso di Eleonora Guidi, uccisa dal compagno che poi si è gettato da una finestra e sembra quindi molto opportuno l’appello di GiUliA e delle Cpo Fnsi, da Usigrai e Odg contro l’utilizzo di uno stereotipo narrativo superato, fra le altre cose, anche da un punto di vista clinico e della giurisprudenza. Su Domani una pagina, con foto richiamo in prima, dedicata ai femminicidi : “Da inizio anno già 10 casi, tre in 72 ore. Mancano ancora finanziamenti e cultura“. Titolo: “Abusi e violenza, quei numeri che non accennano a calare.”
L’autrice, Marika Ikonomu, sottolinea anche lei ” il ritorno infestante del termine “raptus”. L’ Osservatorio di Non una di meno che monitora la situazione conta in questo inizio d’anno anche 5 tentati femminicidi, l’ultimo a Mantova. I dati Istat parlano di un forte aumento delle chiamate al numero antiviolenza 1522. In tutto questo mancano fondi stabili per i centri antiviolenza ed esiste un problema anche da parte dei media. Se una vittima è italiana e l’aggressore straniero, ad esempio, la copertura è più forte. Ancora sui raptus Elisa Giomi commenta: “Parlare di raptus (lo si è fatto nel caso Guida) significa ripristinare gli equilibri iniziali e derubricare la violenza a una forma di aberrazione individuale“.
Una mezza pagina sul Giornale, firmata da Vittorio Feltri, in difesa di Alberto Stasi, condannato definitivo a 16 anni di carcere per l’uccisione della fidanzata Chiara Poggi, agosto 2007, a Garlasco, nel Pavese. Stasi, ammesso da tempo al lavoro esterno, aveva fatto ricorso contro l’Italia alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ricorso respinto. Indagini malfatte trascurando altre piste, scrive Feltri e lui ragazzo troppo timido ed educato, mai una parola di troppo, sempre pacato, privo di quella irruenza che serve a difendersi in situazioni come la sua, paragona il suo caso a quello di Enzo Tortora e accenna similitudini anche con la coppia condannata per la strage di Erba.
Lavoro
Su Avvenire e Messaggero si parla di quote azzurre o blu per gli psicologi: su 164.805 iscritti all’Ordine, 141.727 sono donne e solo 23 mila sono uomini.
In queste settimane in cui si rinnovano i consigli degli ordini regionali, per la prima volta si applicherà il Regolamento per la professione psicologica varato lo scorso anno dal ministero della Salute che prevede la garanzia di una quota di almeno il 20 per cento delle preferenze per il genere meno rappresentato tra i candidati.
Sul Sole una interessante ricerca: quasi sei su dieci tra commercialiste e avvocate dichiara di aver subito discriminazioni di genere nel corso della carriera, un po’ meno le notaie (quasi quattro su dieci). A provare a quantificare le discriminazioni tra professionisti dell’area economico giuridica è la prima ricerca tra Ordini svolta dalla Fondazione Ossicini per conto dell’Osservatorio sulle pari opportunità delle professioni ordinistiche. I tre Consigli nazionali di avvocati, commercialisti e notai hanno sviluppato questa indagine sulla base di un questionario a cui hanno risposto oltre 7.500 professionisti, in lieve maggioranza donne. Tra le categorie è più diversificato, invece, il peso della discriminazione di genere avvertito, appunto, dal 58% di avvocate e commercialiste, e «solo dal 39%» delle notaie (peraltro a causa dei clienti nel 60% dei casi).
Su Libero si parla invece del Forum della Cassa di previdenza per ragionieri e esperti contabili. La crescente presenza femminile impone nuove regole.
E sempre Libero prende le parti delle magistrate, pochissimo rappresentate anche nella Anm, malgrado siano la metà nei tribunali e nelle procure, e annuncia che la giudice Monica Mastrandrea è la nuova direttrice della rivista di Magistratura Democratica.
Percorsi
Per il gruppo Enel arriva la certificazione sulla parità di genere. Nel gruppo di 60mila dipendenti in tutto il mondo, uno su cinque è donna (22%) e il numero di donne manager dal 2023 al 2024 è aumentato a livello globale dell’1,5%, passando dal 53,9% al 55,4% dell’organico, superando già il target del 50% previsto al 2026.
Imprenditrici
Su Qn Sabrina Mangia, 46 anni, prima donna al vertice di Mirabilandia, parco divertimenti in Emilia-Romagna, spiega cosa è per lei la leadership femminile: ascolto, comprensione e empatia, prerogative imparate durante una grave malattia. Grazie all’aiuto di marito e genitori riesce a conciliare lavoro e vita dei due figli e sogna di realizzare un parco giochi per i bambini dei dipendenti.
Su Avvenire un titolo in prima cita la posizione di Daniela Fumarola, definita neoleader e neosegretario della Cisl, contro la rottamazione delle cartelle delle tasse e a favore del taglio dell’Irpef. Nel pezzo una breve bio: tarantina, 58 anni, laureata alla Cattolica di Milano in Scienze sociologiche, un esordio nella federazione pugliese degli operai agricoli. Nessun riferimento alla vita privata. Il giorno prima la sua foto mentre dona dei fiori a Giorgia Meloni intervenuta alla assemblea generale dei delegati e dei quadri della Cisl. Anche il Fatto e il Messaggero danno notizia dell’elezione di Fumarola, segretaria aggiunta di Sbarra, in linea di continuità con la linea filo-governativa del predecessore, già elogiata da Meloni che ha liquidato invece il sindacato “tossico” della Cgil.
A Genova, dopo mesi di estenuanti trattative il centrosinistra punta su Sivia Salis, 39 anni, vicepresidente vicaria del Coni ed ex campionessa di lancio del martello come candidata sindaca del capoluogo ligure.
Caso Santanchè, nel giorno del dibattito in aula sulla mozione di sfiducia presentata dal movimento 5 Stelle la ministra è stata lasciata completamente sola in aula dai partiti della maggioranza, ma lei continua a ostentare grande sicurezza. Grande spreco di aggettivi anche malevoli su tutti i giornali, ma ha colpito molto anche il suo abbigliamento e il tailleur color panna, che si intona alla pelle di porcellana della ministra, ha trovato risalto in molte cronache. Il Fatto e il Manifesto avanzano l’ipotesi, fra forse e punti interrogativi, che la premier Meloni sia in qualche modo ricattata dalla sua ministra, gli altri ci vanno molto più cauti.
Corte Costituzionale, accordo bipartisan per i quattro giudici eletti dal Parlamento. Fra loro una sola donna, Maria Alessandra Sandulli, nata a Napoli nel 1956, figlia del giurista Aldo Sandulli.
Dal mondo
Sulla Verità un articolo che segnala la frenata dei laburisti inglesi a proposito dell’idea di rendere più facile il cambio legale del sesso attraverso una specie di autocertificazione. La riforma per modificare il vigente iter di riassegnazione sessuale viene quindi silenziosamente abbandonato. Secondo quanto sostenuto dal Times, insistere su questo tema scontenterebbe gli elettori labour offrendo una sponda all’ultra destra di Farage, e questa sorta di autocertificazione offrirebbe spazio anche a Musk, critico nei confronti di Starmer e a persone come la celeberrima scrittrice J.K Rowling in prima fila contro “l’oltranzismo trans”. A giudicare dalla frequenza degli articoli anti Starmer sul quotidiano diretto da Belpietro, sembra che le teorie di Musk stiano mettendo radici anche da noi.
Su Avvenire l’uscita del libro Fuorché il silenzio (594 pagine, editore Jouvence) che raccoglie la testimonianza di 36 attiviste afgane sulla condizione delle donne dal ritorno al potere nel 2021 dei talebani . L’autrice è la scrittrice e regista Zainab Entezar che filmò le proteste e fu costretta alla latitanza e poi alla fuga dal Paese. Si tratta di un mosaico corale e trasversale di testimonianze . Dice l’avvocata Lina Ahmadi: “finché ci saranno i talebani ci sarà la mia lotta: o loro lasciano il territorio afghano o io sparirò a causa loro”.
Donna, vita, libertà
Finalmente libere le due giornaliste iraniane, Niloufar Hamedi ed Elaheh Mohammadi che avevano scoperto e rivelato la fine di Mahsa Amini uccisa dalla polizia morale per non aver indossato correttamente il velo. Il regime le ha graziate per celebrare l’anniversario della rivoluzione islamica.
Trumpismi
La campagna del presidente Trump contro la diversità e l’inclusione nelle aziende continua a fare proseliti e se prima a fare un passo indietro erano le società minori, oggi invece sono i big della consulenza, della finanza e degli investimenti ad accodarsi al nuovo corso. Dopo Accenture, anche Deloitte si adegua alle politiche anti inclusione dell’amministrazione Trump. Il gruppo ha chiesto ai dipendenti che lavorano su contratti con il Governo americano di rimuovere i pronomi che indicano il loro genere dalle firme nelle rispettive email. In un’email inviata la settimana scorsa allo staff, secondo quanto riportato dal Financial Times, il gruppo ha spiegato che i cambiamenti richiesti sono pensati per «allinearsi alle pratiche e ai requisiti emergenti dei clienti governativi». Non solo all’esterno: Deloitte US intende anche abbandonare i programmi per l’inclusione e la diversità. In un’altra email inviata lunedì, aggiunge il quotidiano finanziario, è stata preannunciata la fine degli obiettivi sulla diversità, di un rapporto annuale su diversità e inclusione e dei programmi associati. La società dovrebbe mantenere alcune iniziative per l’inclusione e migliorare le pratiche di assunzione per fare in modo che siano giuste e non discriminatorie. Goldman Sachs Group ha deciso di abbandonare la politica che escludeva dalle operazioni di offerta pubblica iniziale (Ipo) le società con consigli di amministrazione composti esclusivamente da uomini bianchi. La banca d’investimento aveva introdotto nel 2020 una regola che imponeva la presenza di almeno un membro del board proveniente da gruppi sottorappresentati per poter gestire la quotazione di un’azienda negli Usa o in Europa occidentale. Nel 2021 il requisito era stato ampliato a due membri, di cui almeno una donna. «In seguito agli sviluppi normativi relativi ai requisiti di diversità nei consigli di amministrazione, abbiamo deciso di porre fine alla nostra politica formale in materia» ha dichiarato Tony Fratto, portavoce di Goldman Sachs,
Sport
Su tutte le prime pagine dalla Gazzetta ai quotidiani generalisti, l’apertura è ovviamente dedicata alla splendida prestazione di Federica Brignone che stravince l’oro nel Gigante ai mondiali di sci a 34 anni e 7 mesi, la più “vecchia” a vincere i mondiali, a 28 anni dal successo di Deborah Compagnoni. “Era il mio sogno da bambina” dice la sciatrice che conquista le foto in prima pagina dei quotidiani e le prime notizie con video dei siti web che si occupano di sport. Nei giorni precedenti ai mondiali di sci a Saalbach aveva fatto rumore la decisione della pluricampionessa Mikaela Shiffrin di non disputare il Gigante di giovedì: a livello mentale, dopo il brutto infortunio di cui è stata vittima, non se la sente ancora e sul tema ci son commenti che sottolineano la forza di avere paura anche per dei campioni affermati. Sul Corriere dello sport molto spazio alla decisione di Mikaela Shiffrin: il pezzo di cronaca è accompagnato da un commento in cui si sottolinea che la ragazza non vincerà magari più una gara, ma ha vinto l’oro del coraggio e aiuta tutti quanti a superare la nostra paura ancestrale: la paura di confessare le nostre paure. Pessimismo ingiustificato perché all’indomani Shiffrin ha vinto la combinata. Da segnalare anche un pezzo sul fenomeno Conegliano (volley) con tre famiglie legate al prosecco capaci di unire al progetto una rete di 300 aziende locali. Intanto Conegliano continua la marcia trionfale vincendo la Coppa Italia, imponendosi sul Vero volley Milano.
Sulla Gazzetta dello sport: la rubrica “La mia seconda vita” è dedicata alla pattinatrice sul ghiaccio Carolina Kostner ambasciatrice di Milano-Cortina, ospite a Sanremo, 4 Olimpiadi nel suo passato. Ora dice vorrei vincere come allenatrice (del giapponese ventunenne Yuma Kagoyama) ma a 38 anni vorrei anche avere un figlio.
Questo è un lavoro di squadra, grazie quindi a Caterina Caparello, Gegia Celotti, Laura Fasano, Paola Rizzi, Luisella Seveso e Maria Luisa Villa