Se il patriarcato diventa roba da museo: una mostra itinerante di ActionAid | Giulia
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Se il patriarcato diventa roba da museo: una mostra itinerante di ActionAid

In un futuro prossimo, forse, guarderemo a questo 2025 come ad un'epoca della preistoria patriarcale: se lo immagina in una mostra ActionAid che mette in fila tutte le discriminazioni e gli stereotipi di genere come curiosità antropologiche di un tempo che fu.

Se il patriarcato diventa roba da museo: una mostra itinerante di ActionAid
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Monica Soldano Modifica articolo

21 Novembre 2025 - 13.08


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A Roma, ActionAid  ha inaugurato il museo del patriarcato, MUPA, presso lo spazio AlbumArte, in via Flaminia 122. La mostra è interattiva e resterà aperta al pubblico proprio fino al 25 novembre,  in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne  con un ricco programma di eventi  condiviso con associazioni e relatori consapevoli.  La parola chiave connessa a “patriarcato” è infatti quella di “consapevolezza”.

In poche sale si espongono oggetti  di vita quotidiana come se il 2025 fosse un tempo passato: parole e frasi ricorrenti, messe in scena di figure maschili, oltre all’angolo dei giochi per i bambini e le bambine, che riproduce stereotipi, come accade ancora in alcuni testi scolastici per le scuole primarie, che immaginano  la differenza dei due generi, ripetendo punti di vista patriarcali. La consapevolezza nella quotidianità è, dunque,  il filo del racconto di queste installazioni  che permettono a tutti di riconoscere con evidenza anche la loro esperienza di vita.

Il diorama della famiglia patriarcale.

Formidabile la parete con le buste paga rosa e gialle dove si rivela la differenza salariale tra donne ed uomini, fino alla mostra delle diverse forme di violazioni psico fisiche,  suggerite dalle porte rotte dai pugni come  dalla installazione dei manichini che palpeggiano le donne sui mezzi pubblici.  Oltre ai tragici dati dei quotidiani  femminicidi, in una  ricerca di ActionAid, dal titolo “Perché non accada”,  emerge  l’ importanza di arrivare prima, molto prima che si prefiguri la violenza, agendo sulla  prevenzione primaria.  A questa voce di spesa andrebbe destinato  almeno il 40%  del fondo contro la violenza di genere, secondo Katia Scannavini, co segretaria generale AcionAid, che ha ricordato come, ancora oggi, un uomo su tre giustifichi la violenza economica ed uno su quattro la violenza verbale, opinioni  confermate anche dai più giovani.

Il gender pay gap.

Non ci sono dubbi, le politiche di prevenzione primaria sono ancora deboli, mentre dovrebbero diventare sistemiche e trasversali fin dalla redazione dei bilanci pubblici.  Presente all’inaugurazione e testimonial del progetto l’attrice Violante Placido ha sottolineato: “Aderisco perché è una iniziativa necessaria in cui le questioni vanno affrontate insieme con le donne e gli uomini, dialogando e mettendosi in discussione”.  

La mostra si propone come itinerante, partendo da Roma, dove Michela Cicculli, presidente Commissione pari opportunità, si è impegnata a farla girare in spazi pubblici. L’ invito a condividere momenti di informazione e formazione è stato rivolto anche a GIULIA giornaliste.

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