‘Milano, 5 gen – È sempre più allarme disoccupazione in Italia. Sono i giovani e le donne i più penalizzati dalla crisi economica che ha colpito duramente il
mercato del lavoro. Una/un giovane su tre, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, non ha un”occupazione. E si tratta solo di coloro che cercano attivamente un posto. La situazione, poi, si fa ancora più grave per le giovani donne del Mezzogiorno: quasi quattro su dieci sono disoccupate. È dunque preoccupante la fotografia scattata dall”Istat sull”occupazione nel mese di novembre (stime provvisorie) e nel terzo trimestre del 2011.
NEL DETTAGLIO
Nel mese di novembre il tasso di disoccupazione in Italia è salito all”8,6%, confermandosi sui livelli più alti da maggio 2010. A ottobre, il tasso era pari all”8,5%, secondo i dati pubblicati dall” Istat. Un ruolo fondamentale nella statistica lo ricopre la disoccupazione femminile. Il tasso di disoccupazione maschile (pari al 7,6%) è infatti sceso di 0,3 punti percentuali e cresciuto di 0,4 punti nel confronto con l”anno precedente, mentre quello femminile (pari al 9,9%) è in aumento di 0,6 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,5 punti rispetto a novembre 2010. Il quadro complessivo, comunque, è negativo per tutte e tuttii: a novembre l”esercito dei senza lavoro conta oltre 2 milioni di persone, il tasso di disoccupazione sale all”8,6% toccando i valori massimi dal maggio del 2010, quello di inattività è del 37,8% e sono 670mila gli occupati in meno rispetto ad aprile 2008, l”inizio della crisi. “Il numero dei disoccupati, pari a 2,142 milioni, aumenta dello 0,7% rispetto a ottobre (15.000 persone)”, spiega Istat aggiungendo che la crescita dei senza lavoro “riguarda la componente femminile”. Inoltre, il tasso di disoccupazione giovanile cresce al 30,1%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a ottobre e al livello più alto almeno dall”inizio delle serie storiche nel 2004.
DISCREPANZE DI GENERE, AUMENTA LA DISOCCUPAZIONE FEMMINILE
Nel mese di novembre l”occupazione maschile ha in realtà segnalato una variazione congiunturale positiva (+0,4%), si legge nella nota rilasciata da Istat, mentre è risultata sostanzialmente stabile nei dodici mesi. L”occupazione femminile è invece diminuita sia rispetto al mese precedente (-0,9%), sia su base annua (-0,7%). Il tasso di occupazione maschile (pari al 67,6%) è cresciuto di 0,3 punti percentuali in termini congiunturali e diminuito di 0,1 punti rispetto a novembre 2010; quello femminile (pari al 46,2%) è risultato in calo nel confronto con il mese precedente di 0,4 punti percentuali e di 0,3 punti in termini tendenziali. Resta stabile il tasso di occupazione, fermo al 56,9% da tre mesi. Tuttavia, il numero degli occupati scende in novembre di 28.000 persone su base congiunturale. Anche qui il calo riguarda la sola componente femminile. “Il numero complessivo degli occupati torna quindi ai livelli di inizio 2011. Resta ampio il vuoto occupazionale, che dal picco ciclico di aprile 2008 è di 670.000 lavoratori in meno”, aggiunge l”Istat. La disoccupazione maschile è diminuita del 3,7% rispetto al mese precedente, mentre aumenta del 6% nei dodici mesi. Il numero di donne disoccupate cresce del 6% rispetto a ottobre e del 5,2% su base annua. Gli inattivi tra 15 e 64 anni diminuiscono dello 0,1% rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività rimane stabile al 37,8%.
TASSO DI DISOCCUPAZIONE
Dopo due trimestri in discesa, il numero dei disoccupati registra un aumento su base tendenziale (+1,9%, pari a 36.000 unità). Istat precisa che la crescita nel numero delle disoccupate interessa il Centro e il Mezzogiorno. Il tasso di disoccupazione è pari al 7,6%, un decimo di punto in più rispetto a un anno prima; l”indicatore passa dal 6,8% del terzo trimestre 2010 al 6,7% per gli uomini e dall”8,7% all”attuale 9% per le donne. Il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni sale dal 24,7% del terzo trimestre 2010 al 26,5%, con un picco del 39% per le donne del Mezzogiorno.
COSA DICONO SINDACATI E PARTITI.
Per la Uil il quadro emerso dai numeri è «allarmante». «La disoccupazione giovanile a novembre ha coinvolto 30 giovani su 100. Questo dato non ha precedenti da almeno 8 anni, ripercorrendo a ritroso l”evoluzione dei tassi di disoccupazione dei ragazzi», spiega il segretario confederale della Uil, Giuglielmo Loy. Per la Cgil quelli di ieri sono numeri «drammatici». «Un dato che conferma il dramma lavoro fatto di licenziamenti, disoccupazione e precarietà con una voragine impressionante di disoccupati rispetto al trimestre precedente», commenta il
segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni. Sul fronte politico da segnalare le preoccupazioni del capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano che parla di «allarme rosso sull”occupazione» con i dati Istat che certificano «un peggioramento della situazione». Mentre per il segretario dell”Udc, Lorenzo Cesa «i dati sempre più avvilenti rilevati dall”Istat sulla disoccupazione in Italia, penso in particolare a quella giovanile che oggi supera il 30%, impongono un intervento immediato e deciso per cambiare un sistema che ha dimostrato di non poter più funzionare». Preoccupazione è stata espressa ieri anche da Paolo Reboani, presidente e ad di Italia Lavoro: «Il fatto che l”occupazione sia sostanzialmente ferma da settembre e che contemporaneamente il tasso di disoccupazione cresca segnala la necessità di azioni che creino un ambiente favorevole alla crescita e alla ripresa delle assunzioni per raggiungere gli obiettivi che l”Italia si è prefissa in sede europea».
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