La blogger siriana Razan Ghazzawi è stata arrestata insieme ad altri 13 esponenti dell’opposizione contro il presidente Bashar Al-Assad e il suo entourage.
Tra gli arrestati appaiono i nomi di Mazen Darwish, direttore del Centro per i media per la libertà di espressione – che si occupa della difesa dei giornalisti locali – ma anche di Yara Badr, Hussein Ghareer, Hani Zeitani, Sana Zeitani, Rita Dyoob, J.Farso. A rendere noto l’arresto è stato l’avvocato dell’istituto siriano per gli studi legali, Anwar Bunni, raccontando che il blitz della polizia è avvenuto a Damasco proprio durante una riunione al Centro per i media e la libertà d’espressione. Razan Ghazzawi era già stata arrestata a dicembre dello scorso anno prima della sua partenza per Amman, dove si recava a un convegno internazionale sul diritto all’informazione, e poi era stata rilasciata dopo 15 giorni.
La blogger scrive, lancia appelli e informa su quello che succede nel suo paese già dal 2009 attraverso il suo blog: “Razaniayat” che ormai è un punto di riferimento per tutti e tutte.
Ghazzawi ha la doppia cittadinanza statunitense e siriana, ed è una delle poche blogger attiviste che ha il coraggio di firmarsi col proprio neme e cognome, e già da tempo sostiene i diritti dei detenuti politici del regime, dei gay e delle minoranze in gererale. Secondo Repubblica.it (che riprende il sito di Bloomberg), le forze di sicurezza siriane filtrerebbero gli sms utilizzando un software irlandese che permette di intercettare “parole chiave” come come: rivoluzione, manifestazione, preghiera del venerdì, massacri, dignità. I servizi segreti siriani godono di una un’organizzazione “modello” con ben 17 diversi apparati di sicurezza che operano in maniera capillare su tutto il territorio nazionale.