‘Bologna, 17 apr – Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali prima convoca una cittadina della Repubblica Ceca, poi si rifiuta di farle svolgere una prova selettiva per l”assunzione ad appartenenti alle categorie protette. Negato l”accesso nel dubbio che non conoscesse la lingua italiana: peccato che la candidata fosse iscritta all”albo dei traduttori al tribunale di Bologna. Lo scrive il Codacons, raccontando peraltro che la diffida al Ministero ha portato alla riconvocazione della donna. ””A fronte di una diffida del Codacons, a cui la cittadina Ceca si e” rivolta, il ministero ha comunicato che il rifiuto di far eseguire la prova era stato determinato dalla non piena comprensione del dettato del Dcp 1994 n.174 la” dove afferma che le cittadine e i cittadini della Ue devono dimostrare di avere un”adeguata conoscenza della lingua italiana. Il paradosso e” che ovviamente la Commissione avrebbe in ogni caso dovuto permettere di svolgere la prova selettiva alla cittadina Ceca che altrimenti non avrebbe dovuto convocare, o verificare in quella sede se la signora in questione conoscesse bene la lingua italiana. O, cosa ancora piu” semplice, leggere con attenzione la documentazione allegata alla domanda di partecipazione da cui si evinceva che la candidata in questione e” niente meno che iscritta all”albo dei traduttori del tribunale civile di Bologna. Ora la cittadina Ceca e” stata riconvocata per svolgere la prova selettiva, ma l”Italia ha dimostrato ancora una volta una carenza di preparazione da parte dei propri amministratori, che prima di ricoprire certe cariche dovrebbero essere sottoposti a periodici esami per verificare se conoscono adeguatamente il significato della normativa italiana””. ‘
