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“Mi chiamo Cosco, ma mia mamma voleva cambiarmi il cognome, voleva che mi chiamassi come lei, Garofalo ; ma non ha fatto in tempo…». Denise non ama quel suo cognome: ma il suo non è un rifiuto dei parenti, degli amici, della Calabria dove è nata 20 anni fa e che, comunque, le manca. Il suo cognome, è purtroppo il segno del suo dramma, del suo coraggio; del suo dolore e della sua forza. Così parla a Libera Informazione, in esclusiva, intervistata dal direttore Santo Della Volpe, Denise Cosco, figlia di Lea Garofalo, uccisa a Milano dal marito e dalla ”ndrangheta, nel novembre del 2009.
A Denise e Lea e molte altre donne è dedicato uno special sul sito di Libera Informazione (www.libera.it), osservatorio sull”informazione contro le mafie di Libera.Associazioni, nomi e numeri contro le mafie che ha scelto di raccontare la lotta di liberazione da mafie e illegalità fatta dalle donne. L”intervista racconta la storia di una donna coraggiosa e forte, emotiva e piena di speranza, Lea Garofalo: e di sua figlia Denise che della madre ha preso la voglia di vivere ed il coraggio di denunciare la violenza mafiosa. L”intervista ripercorrere le vicende di una storia drammatica segnata dalla violenza della ndrangheta ma che nelle parole di Denise raccolte dal Santo della Volpe, direttore di Libera Informazione lascia spazio alla speranza: “Vorrei essere io a vivere come è giusto vivere a vent”anni… nel posto dove sono nata, con i miei amici che oggi possono fare le cose che io non posso fare. Io non voglio nascondermi, non siamo noi testimoni di giustizia a dover essere protetti, noi abbiamo fatto il nostro dovere…solo loro, gli uomini e le donne della ”ndrangheta a doversi nascondere, ad essere fermati…io sono una donna, giovane; e voglio vivere libera di studiare, finire il liceo linguistico, laurearmi in lingue orientali…voglio vivere, amare…voglio avere la libertà di essere felice… anche per mia mamma”
Nello speciale contributi di Rita Mattei, una intervista a Angela Napoli su situazione in particolare delle testimoni di giustizia donne. Sono oltre 150 le donne assassinate dalle mafie e nello speciale sono raccontate alcune storie come quella di Maria Concetta Cacciola, Angela Donato a Lea Garofalo.
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