‘Parigi, 17 mag – Aveva promesso la parità fra uomini e donne al governo, e in effetti sono 17 le donne sui 34 nomi dell”esecutivo guidato da Jean Marc Ayrault come primo ministro, per il neopresidente francese Francois Hollande. Ma se la parità è formalmente rispettata, i posti di grosso calibro vanno quasi tutti a uomini. Così, tra i quattro ministeri definiti ”sovrani” dall”ordinamento francese (Interno, Giustizia, Difesa ed Esteri, ovvero quelli associati alla sovranita” nazionale), solo uno finisce in mani femminili, quello della Giustizia, attribuito alla giurista guyanese Christiane Tubira, mentre gli altri tre sono attribuiti rispettivamente a Manuel Valls, Jean-Yves Le Drian e Laurent Fabius. A vederla bene, si tratta di un passo indietro rispetto a cinque anni fa, quando sulle prime quattro poltrone della Republique si erano accomodate due signore: Rachida Dati, guardasigilli, e Michele Alliot-Marie, ministra dell”Interno. Predominanza maschile anche nei dicasteri economici: Economia e Finanze vanno a Pierre Moscovici, che ha anche la delega per il commercio estero, il Lavoro a Michel Sapin, hollandiano di ferro, il Rilancio produttivo (ridefinizione del ministero dell”Industria) ad Arnaud Montebourg, l”Agricoltura a Stephane Le Foll, i Trasporti al ministro delegato Frederic Cuviller, il Bilancio a Jerome Cahuzac. Uniche donne della lista, la titolare dell”Energia e dello sviluppo sostenibile, Nicole Bricq, e la ministra delegata a Pmi, Innovazione e digitale, Fleur Pellerin.
Le donne trovano invece ampio spazio nei ministeri di ambito sociale, con Marisol Touraine che ottiene il portafoglio di Sanita” e welfare, l”ecologista Cecile Duflot nominata all”Uguaglianza dei territori, Valerie Fourneyron delegata per Sport e giovani e Dominique Bertinotti per la famiglia. In rosa anche il ministero della Cultura e comunicazione, assegnato alla grande animatrice della campagna elettorale di Hollande, Aurelie Filippetti, e quello dell”Universita” e ricerca, andato a Genevieve Fioraso. Resta infine in mani femminili il posto di portavoce del governo: attribuito nell”ultima squadra Fillon a Valerie Pecresse, spettera” ora alla giovane franco-marocchina Najat Vallaud Belkacem, che ha ottenuto anche il ministero ai Diritti delle donne.
RIGORE E MANI PULITE,HOLLANDE TAGLIA GLI STIPENDI.
Taglio del 30% degli stipendi, dal presidente all”ultimo sottosegretario, e firma di una carta deontologica draconiana: non solo niente conflitti d”interesse o scorciatoie per i familiari, ma anche il divieto di accettare regali oltre 150 euro e la raccomandazione di non passare con il semaforo rosso. Cosi” si e” presentato, al primo Consiglio dei ministri, il governo Ayrault, presieduto dal capo dell”Eliseo socialista, Francois Hollande. Gia” stasera il neopresidente parte per gli Stati Uniti, dove domattina sara” ricevuto dal presidente Barack Obama alla Casa Bianca. Da lui cerchera” il sostegno, l”abbozzo di un asse transatlantico per la crescita e che faccia da contrappeso alla cancelliera Angela Merkel. Gia” oggi pomeriggio Hollande ha partecipato ad una teleconferenza con Monti, Merkel, Cameron, Barroso e Van Rompuy, per fare il punto sui principali temi del summit. Ma dietro di se”, a Parigi, Hollande lascia aperto l”enigma di Martine Aubry, la leader del partito socialista che ieri ha sbattuto la porta dopo essersi vista rifiutare nell”ordine il posto di primo ministro e quello di un superministero dell””Intelligenza” (Cultura piu” scuola). Tutto questo dopo non aver potuto nemmeno correre per l”Eliseo, come sperava, perche” il partito gli ha preferito Hollande alle primarie. Ora ha promesso di condurre con lealta” e impegno la battaglia per le legislative, poi lascera” anche il partito. Sono gia” in pista i due candidati a sostituirla, Jean-Christophe Cambadelis e Harlem Desir. Ma la domanda che tutti si fanno in casa socialista e”: che intenzioni ha Martine? Una come lei, potente nel partito ed esperta nella gestione del potere, non sarebbe meglio coinvolgerla in un ””cerchio magico”” piuttosto che lasciarla fuori da governo e partito? In attesa di trovare risposte, la prima riunione del Consiglio dei ministri – governo di Jean-Marc Ayrault, 34 ministri suddivisi più o meno a meta” fra donne e uomini – ha fatto esattamente cio” che Hollande aveva promesso in campagna elettorale e che ci si aspettava da lui: ha varato il provvedimento che taglia del 30% gli stipendi dal capo dello stato in giu” (il capo dell”Eliseo guadagnera” 14.910 euro lordi al mese, ministe e ministri 9.940) ed ha fatto firmare a tutti un documento con i doveri del ministro e i comportamenti da evitare assolutamente: niente conflitti d”interesse, niente doppi mandati, vietati gli interventi in favore dei familiari, affidamento del portafoglio azioni e investimenti a un gestore iscritto all”albo, niente inviti per vacanze o soggiorni, consegnare ad un funzionario pubblico ad hoc tutti i regali ricevuti di valore superiore ai 150 euro. E ancora: risparmiare quanto possibile sui trasporti, treno e non aereo per i tragitti inferiori a 3 ore, se si prende l”auto di servizio attenersi rigorosamente al codice della strada. Piu” che un decalogo sembra una lista degli errori compiuti nelle gestioni precedenti, e che molto hanno irritato l”opinione pubblica. L”attenzione all”immagine e la preoccupazione di non ricadere negli errori passati sono dimostrate dal corollario della carta deontologica, che impone ai ministri di non spifferare ””in pubblico”” i loro disaccordi una volta che la decisione e” stata assunta. Dura l”opposizione, cioe” il governo uscente: ””il taglio degli stipendi e” un imbroglio – ha ringhiato Jean-Francois Cope”, segretario Ump – il governo Ayrault ha 14 membri in piu” del primo governo Fillon. Imbroglio, spirito di clan e demagogia sono i loro unici principi””.
Nella foto di copertina la neo ministra della Giustizia, Christiane Tubira ‘