Quell'adolescenza a rischio tragedia

"Dialogo dei ragazzi morti" è il nuovo libro della collega Francesca Caminoli. Reportage e riflessione, è anche un romanzo che fa rivivere il figlio e i suoi racconti [di Marina Cosi]

Quell'adolescenza a rischio tragedia
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1 Novembre 2018 - 22.59


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La cronaca torna ciclicamente, e in questi giorni ancora, con l’ennesimo caso di “Blue Whale Challenge”, il tragico gioco all’automassacro, a ricordarci quanto l’adolescenza sia un territorio bello e pericoloso, fragile, testardo e quanto i ragazzi che ci crescono accanto siano sempre e tutti potenzialmente a rischio tragedia. La reazione personale spesso è distogliere lo sguardo, cercare di non pensarci, come capita per le cose psicologicamente insostenibili. La reazione in quanto professionisti dell’informazione oscilla fra l’obbligo di cronaca ed il timore di diffondere il contagio. Ma se capita, ahimè capita, e capita proprio a te per cui sei assieme sopravvissuta e giornalista, e ci si chiama Francesca Caminoli, collega brava, dolce e coraggiosa, allora si guarda in faccia la tragedia e si usano le proprie armi, la penna ovvero la tastiera, per raccontarla e superarla. Questo suo secondo libro sul medesimo dolore – il primo nel 2010 fu Viaggio in requiem, stesso editore – Francesca lo inizia così, senza tanti giri di parole: «Dopo il suicidio di mio figlio Guido»… e che l’attuale Dialogo dei ragazzi morti (Jaca Book, 15 euro) sia un testo molto particolare lo dimostrano in copertina le due firme affiancate degli autori: Francesca Caminoli e Guido Veronesi. Perchè, spiega Francesca, cercando fra le carte del figlio aveva trovato sette brevi racconti. E frugando nella propria memoria aveva poi ricordato come sette fossero i ragazzi, Guido incluso, che avevano occupato una fabbrica abbandonata e come tutti e sette fossero morti nel giro di pochi anni…
Di tutti i suoi libri – un po’ reportage, un po’ romanzi, un po’ riflessioni, da Il giorno di Bajram sino a Perché non mi dai un bacio? – questo Dialogo dei ragazzi morti è il più complesso perché, prendendo spunto dai sette racconti di Guido, intreccia la storia di quei sette eternamente ragazzi che trovandosi ora in un altrove noiosino si mettono in cammino alla ricerca di altri luoghi e persone, un po’ veri e un po’ sognati, e intanto “vivono”. Bello. 
Per chi si trovasse domenica 18 novembre a Milano, la presentazione è alle ore 14.30 entro la rassegna di Bookcity in Triennale (saletta Lab, viale Alemagna 6).
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