Ministra Fornero, difenderemo la nostra autonomia

Quello che sa dei giornalisti è confinato al mondo dorato di chi frequenta i palazzi del potere o gli studi tv? Abbiamo un compito democratico da tutelare.[Laura Cannavò]

Ministra Fornero, difenderemo la nostra autonomia
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20 Dicembre 2011 - 21.41


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Il guanto di sfida Elsa Fornero lo lancia proprio nel giorno delle celebrazioni del centenario del primo contratto collettivo firmato in Italia, quello dei giornalisti. Un contratto che secondo il ministro, proprio perché ha un secolo di vita, è diventato anacronistico e va rivisto.
C’era molta attesa per sentire quello che il ministro del lavoro e delle pari opportunità aveva da dire dopo lo scontro con i sindacati sulla riforma dell’articolo 18. Arrivata in Corso Vittorio con un paio d’ore di ritardo, si è subito detta infastidita dalla folla di telecamere e microfoni che l’aspettavano. Ha esordito dicendo che se avesse saputo cosa l’aspettava, compreso il piccolo gruppo di colleghe e colleghi di Liberazione che protestavano contro la chiusura del giornale, non avrebbe accettato l’invito della FNSI.

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Ma ormai c’era e dunque, invece di un breve saluto, ha lanciato un paio di avvertimenti a quella che lei, per pregiudizio o per ignoranza, identifica come una casta.

“Avete avuto molti privilegi perché siete una categoria da sempre vicina al potere politico”, ha scandito con il dito alzato. Ma adesso la ricreazione è finita, “non sarà più possibile avere un governo compiacente che vari una legge sulle pensioni delle casse privatizzate più favorevole delle altre.”
I sacrifici sono per tutti, ammonisce la Fornero. “Nell’epoca della globalizzazione, non è più possibile difendere i recinti e anche voi, oggi, state state sperimentando la durezza della competizione che vale sia per l’idraulico che per il giornalista.”

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Poi l’attacco all’Inpgi. Un istituto che, secondo il ministro, ha seri problemi di sostenibilità, gli stessi che affliggono tutte le altre casse autonome. Dunque lo Stato ha il dovere di vederci chiaro, di verificare nella massima trasparenza che le casse autonome siano amministrate con rigore e la richiesta di verificare la sostenibilità dei conti da qui a 50 anni ma, e qui sta il trucco, senza includere nel conteggio il patrimonio immobiliare, quello sul quale l’istituto concentra la maggior parte della sua patrimonializzazione.

E’ a questo punto, e a riprova della poca trasparenza che secondo il ministro del lavoro regna nella gestione dell’Inpgi, che Elsa Fornero ricorda quando anni fa, da consulente dell’Enpals, chiese all’allora presidente di poter vedere i conti dell’istituto ma le furono negati. Ecco, sembra che tutto quello che il ministro sa della previdenza dei giornalisti risalga a quell’episodio. E che tutto quello che sa dei giornalisti sia confinato al mondo dorato di chi frequenta i palazzi del potere o gli studi televisivi.

Vorremmo dire al ministro Fornero delle migliaia di precari ipersfruttati e sottopagati, che non hanno privilegi.

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Vorremmo dirle che l’Inpgi è una garanzia di autonomia dei giornalisti.

Vorremmo dirle che non siamo una casta, ma una categoria consapevole di avere un ruolo sociale e un compito essenziale nel gioco democratico, garantiti da un contratto e da un istituto di previdenza. Autonomia e libertà che difenderemo con ogni iniziativa.

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