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La foto di Samuel Aranda, che ha vinto il premio World Press Photo, è senza dubbio una bella foto, suggestiva esteticamente. Ma ha ben poco a che vedere con la Primavera araba, se per primavera si intendono le rivoluzioni che hanno cambiato il panorama politico della regione. Le donne sono state protagoniste nelle rivolte e nelle rivendicazioni della parità di diritti.
La foto che ha vinto il premio invece ritrae una madre completamente velata e sottomessa (nell”atteggiamento) il cui dolore è intuibile ma non visibile, la donna è completamente velata e fuori dal tempo. E” una immagine della pietà in un contesto fondamentalista (lo Yemen), dove la donna può solo essere un fantasma nero che contrasta con il biancore del corpo nudo del figlio. Non è la prima volta che una “pietà” diventa, per l”occidente, l”icona che rappresenta un conflitto nel mondo arabo, era già successo con l”Algeria. Poco importa se l”immagine sponsorizzata corrisponde a una realtà.
Nulla si vuole togliere alla bravura del fotografo ma non si può accettare la motivazione della giuria: è una testimonianza della Primavera araba. Quando si comincerà a riconoscere il protagonismo delle donne nel mondo arabo?
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