È successo ancora. E temo continuerà a succedere. Una donna, a Reggio Calabria, Immacolata Rumi, è morta per arresto circolatorio. Arresto circolatorio provocatole da percosse violente: è stata picchiata a morte.
Aveva 53 anni Immacolata Rumi. Le indagini sembrerebbero portare ad un uomo, che si trova in stato di fermo, indiziato. L’uomo conosceva Immacolata. La procura ovviamente farà le sue indagini. Ed ovviamente si è innocenti fino al terzo grado di giudizio: è uno stato di diritto, ancora, con buona pace della Tv.
Però è altrettanto evidente che un’altra donna è morta. E che ciò continua ad accadere con una frequenza impressionante. E non è un problema giuridico. Non solo. E la soluzione non è data dalla lapidazione del colpevole. Non sarà un fine pena mai ad evitare questa barbarie, a cambiare, per dirla con Marx, “Lo stato di cose presenti”.
C’è bisogno di un cambiamento culturale: una rivoluzione che abbatta cliché e pregiudizi. Tutto ciò è molto più difficile e complesso della semplice attuazione di una condanna. Ma non possiamo più rimandare: é un’emergenza. È peggio di una guerra. È successo ancora. Un’altra donna: picchiata a morte. E succederà ancora se continuiamo a negare diritti e dignità alle donne.