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Il 26 gennaio in tutta Italia i comitati locali “Se Non Ora Quando” organizzeranno una serie di fiaccolate in ricordo di Stefania Noce, 23enne barbaramente uccisa dal suo ex fidanzato, e di tutte le altre donne vittime di violenza in Italia. L”iniziativa nasce dalla decisione del comitato “Se non ora quando” di Catania per ricordare Stefania, che aveva partecipato alle sue iniziative ed era attiva nel movimento delle donne e in quello degli studenti universitari del capoluogo etneo.
Stefania Noce è diventata un simbolo della tragedia del femminicidio: un fenomeno criminale in preoccupante aumento che si consuma molto spesso tra le mura domestiche, mascherato – soprattutto sui media – da giustificazioni di tipo sentimentale o psicologico quando ad uccidere è il marito, o il fidanzato, o ancora i figli o il padre.
GiULiA, convinta della grande responsabilità sociale dei media, considera la tragedia della violenza sulle donne uno dei temi sui quali è necessario che l”informazione tutta torni ad essere anche strumento di crescita civile. I femminicidi e la violenza sulle donne non possono essere trattati come “normali” episodi di cronaca nera; gli assassini non possono essere sempre considerati semplicisticamente in preda a raptus di follia, ubriachi o “troppo innamorati”. Per questi motivi GiULiA aderisce alle manifestazioni del 26 gennaio: perché la morte violenta di Stefania Noce si trasformi – almeno questo le dobbiamo – in una battaglia contro gli stereotipi che condannano le donne prima ancora dei loro aguzzini.
A guidare la fiaccolata nella città siciliana ci sarà il padre della giovane. L”obiettivo – spiegano le promotrici di Se Non Ora Quando – è portare all”attenzione della politica, dei media e dell”opinione pubblica quella che a tutti gli effetti ha ormai i numeri e le caratteristiche di un”intollerabile emergenza sociale”. Solo nel 2011 in Italia, “le donne uccise sono state 97 mentre il numero dei Centri di accoglienza a rischio chiusura aumenta continuamente. I dati italiani relativi alla violenza “sono indegni di un Paese civile: secondo l”Istat una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni è stata colpita nella sua vita dell”aggressività di un uomo e nel 63% dei casi alla violenza hanno assistito i figli”.
“Le più numerose ad essere colpite sono le donne più giovani, quelle tra i 16 e i 24 anni, ma nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate: il 96% delle donne non parla con nessuno delle violenze subite. I maggiori responsabili delle aggressioni sono i partner, artefici della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica. Numeri che testimoniano non solo la gravità di un problema, ma l”evidente inadeguatezza delle politiche attuate da tutti i governi che si sono finora succeduti”.
A Roma – dove aderiscono sia il comitato locale che il comitato promotore nazionale – l”appuntamento è fissato per le 19 del 26 gennaio in piazza SS.Apostoli: all”iniziativa, oltre a GiULiA, hanno già aderito la Casa Internazionale delle Donne di Roma, Affi, Assolei e Solidea, Istituzione di genere della Provincia di Roma, il Coordinamento regionale donne Uil, Conferenza delle donne del Pd Roma, Commissione delle elette della Provincia di Roma, Consigliere di Parità della Provincia di Roma, Associazione Differenza Donna, Consulta femminile Regionale.
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