Un romanzo storico, scritto divinamente e anche divertente, che racconta la storia vera di dieci maestre marchigiane che ottennero d’essere iscritte nelle liste elettorali ben quarant’anni prima che il resto delle italiane conquistasse finalmente il diritto di voto attivo e passivo. Trovando, bisogna dirlo, al loro fianco un sindaco (e marito) e un giudice illuminato. Celebriamo i settant”anni dal voto, ma il primo risultato fu colto 110 anni fa.
L’articolo in versione integrale è stato pubblicato su Letterate Magazine
http://www.societadelleletterate.it/2016/04/dieci-maestre-per-il-voto/
Pare fatto apposta per ricordarci i settant’anni di voto alle italiane appena festeggiato, il nuovo, piacevolissimo romanzo di Maria Rosa Cutrufelli. Si intitola Il giudice delle donne e racconta la storia delle dieci maestre marchigiane che, prime in Italia, nel 1906, ottennero l’iscrizione alle liste elettorali dei comuni di Senigallia e Montemarciano. […]
Ma come avvenne che le maestre marchigiane arrivarono a essere iscritte nelle liste? Il fatto è che incontrarono il giudice di corte d’Appello di Ancona Lodovico Mortara, “il giudice delle donne” del titolo, un insigne studioso che, contro ogni previsione, diede loro ragione. Del resto lo Statuto Albertino non portava scritto da nessuna parte un esplicito divieto di voto per le donne. Procedendo su questo vuoto legislativo le nostre fiere personagge finirono per diventare note e meritarsi le cronache dei giornali dell’epoca.