La luce: è una cosa reale, concreta, necessaria. È un atto, anche simbolico, per ripartire: illuminare le periferie.
Per questo motivo, dopo i recenti episodi avvenuti nelle periferie romane con gli incendi dolosi appiccati a centri culturali e luoghi di ritrovo (la libreria “La pecora elettrica”, il “Baraka Bistrot”, entrambi a Centocelle), per i quali si indaga nell’ambiente dello spaccio e della destra romana, le donne e le associazioni (tra cui GiULiA) che fanno riferimento a “Noi rete donne” hanno scritto una lettera alla sindaca di Roma. Eccola.
“Alla Sindaca di Roma Virginia Raggi
Al presidente del Municipio VI Le Torri
SICUREZZA E LIBERTÀ A TOR BELLA MONACA. INIZIAMO DAI LAMPIONI
Siamo preoccupate, come donne e cittadine, per la sicurezza ma anche per la nostra libertà. Vogliamo vivere in un Paese che sappia coniugare questi due bisogni, a partire dalla sua Capitale. I recenti fatti di Centocelle ci preoccupano, come donne e cittadine, e pensiamo che manifestare solidarietà e fare rete sociale siano la giusta risposta a chi vuole disseminare il germe della paura. Vogliamo tenerle insieme, la sicurezza e la libertà, e come donne e cittadine pensiamo che accendere lampioni dove ora c’è il buio sia utile. Di più, sia la cosa giusta da fare per dare un messaggio chiaro e alto: ‘la luce della libertà scaccia il buio della paura’.
I simboli sono importanti e talvolta decisivi. Ecco, qualche lampione, oggi, può fare la differenza tra un’idea di città partecipata e aperta oppure torva e diffidente.
Vi chiediamo, come donne e cittadine, di illuminare Roma a partire dalla periferia.
Sappiamo che il parcheggio comunale di via Amico Aspertini adiacente al centro commerciale Le Torri, che punto di riferimento del quartiere, non è illuminato. Proponiamo partire da li, da uno dei tanti cuori feriti ma pulsanti del nostro tessuto sociale. Siamo pronte a collaborare per superare velocemente pastoie burocratiche e intoppi economici”.